LA FOLLIA DELL'ITALIA "UNA ED INDIVISIBILE"

Ieri sera visionavo la clip pubblicata da Lucio Chiavegato, in cui un certo Tosi Flavio, con la sua faccia di bronzo consueta, precisava di non essere mai stato indipendentista, ma federalista, dato che, carta costituzionale canta, "l'Italia è una ed indivisibile". Queste righe di Nicola Busin paiono fatte al caso suo, e vi metto anche il link del filmato della trasmissione. ripresa da Lucio:
 https://www.facebook.com/lucio.chiavegato/videos/1847444858614413/ 

La famosa formula scritta dai Padri Costituenti nella Costituzione "più bella del mondo", ma forse ispirata dai funzionari fascisti ancora presenti nell'apparato dell Stato alla fine del conflitto mondiale, trova derivazione dalla Rivoluzione francese.
Durante la seduta d'apertura della Convenzione Nazionale (il parlamento rivoluzionario) del 21 settembre 1792, i deputati votarono all'unanimità l'abolizione in Francia della monarchia ma non solo, dal 25 settembre si incominciò a definire la Repubblica "una ed indivisibile", per assioma teorico inconfutabile quanto indimostrabile.
Scrisse Edoardo Rubini in "Italia una e indivisibile, i Veneti decidano", pubblicato su "Vivere veneto": Lo studio dei retroscena storici consente di chiarire certe "bizzarrie giuridiche". Il fatto stesso di dire che uno stato non si dividerà mai ha due conseguenze pratiche: il primo è che si vuole uno stato come immortale. Il secondo è che non potrà mai ridursi, ma solo accrescersi.
Si aggiunga una terza conseguenza: lo stato che non si dividerà mai potrà solo ingrandirsi, fino a conquistare il mondo terraqueo.
Infatti, questa era la prospettiva seguita da Napoleone Bonaparte e degli altri condottieri ispirati dai medesimi intenti quali Hitler, Mussolini, Stalin, etc...


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