IL TOPOS DEI CAVALLI VENETI, Pindaro, Polemone, Diomede

Ai Veneti è associato il motivo ricorrente dei cavalli cantati da Pindaro e da Euripide.
Artemide, signora di Limna marittima
e degli stadi rimbombanti di cavalli, oh,
poter essere nelle tue pianure, poter
domare i puledri veneti!
(Euripide, Ippolito, 228-231).
Polemone, nel carme conviviale ad Euripide ricorda come nella 85° olimpiade del 440 a. C. Leonte di Sparta abbia ottenuto la vittoria con "cavalli veneti" di proprietà del padre Anticlide ( Eurip. Hipp 231). Strabone  ricorda  un' attività di allevamento tanto famosa che Dionigi il Vecchio di Siracusa ave-va fatto venire dal Veneto cavalli per il suo allevamento. “...aveva fatto venire di qui il suo allevamento di cavalli da corsa, tanto che i Greci conobbero la fama degli allevatori veneti e questa razza divenne per lungo tempo celebre presso di loro” (Strabone v, 1, 4-Voltan 973). Sulla situla Benvenuti si vede  un servo che sospinge  un cavallo verso il signore. Nei santuari veneti il cavallo compare nelle offerte votive alle divinità, numerosi sono anche i bronzetti di guerrieri a cavallo e le statue di cavalli.

 Erodoto (I):
“...Eneti gens Paphlagoniae
ubi mulorum genus apud triballos,
Eneti, quin etiam, inquit, dictae equae Enetides...”

Da Alcmane (frg.1,46-51) ha origine la citazione di un “cavallo rigoroso...corsiero enetico...puledri Enetici dalla Enetide”  che si ricollega alla tradizione omerica.
L'allevamento dei cavalli era una fonte di ricchezza e l'abilità degli Eneti era universalmente  riconosciuta. Agli Heneti è stato associato anche Diomede  che avrebbe fondato Adria e  Spina (Pl. N.H. III, 120). A lui, “i Veneti offrivano i bianchi cavalli alle foci del Timavo” (Strab. V, 1,9 C 215).  Ad Oderzo durante uno scavo sono state rinvenute una sessantina di sepolture e la numero 49 si  è distinta per la ricchezza della bardatura ritrovata accanto ad un cavallo di un'età che lo zooarcheologo Paolo Reggiani stima compresa fra i 12 e i 15 anni,
La sepoltura è stata datata intorno al V secolo a.C., periodo nel quale i Veneti antichi erano conosciuti come allevatori di cavalli. A Lagole di Calalzo sono stati  rinvenuti bronzetti raffiguranti cavalli oltre ad altro materiale. Gli studiosi hanno ricondotto le raffigurazioni dei cavalli al mito di Diomede e alla fama dei cavalli veneti. Apollodoro da Atene dice: “...da Enete, da cui proviene una razza di muli indomabili”.

raccolto dal prof. Paolo Borsetto.

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