UN VENETO SENZA CONTROLLO CON AUTISTI CHE SBANDANO di Michele Brunelli



«La potenza è nulla, senza controllo» recitava uno slogan pubblicitario qualche anno fa. Non il controllo maniacale e inefficace delle telecamere piazzate ad ogni angolo delle strade. Bensì il controllo attivo di chi dosa e direziona le proprie energie. Oggi un altro Stato gestisce il Veneto. 

Un altro Paese tiene dritto il volante quando invece bisogna scansare qualche ostacolo o ruota il volante a sinistra quando il nostro veicolo avrebbe bisogno di girare a destra. Un altro Paese gira il volante a destra quando, diciamolo, bisognerebbe virare un po' a sinistra perché il veicolo non vada fuori strada. Un altro Paese decide chi far salire con noi. 

Un altro Paese muove la politica estera a occidente quando avremmo bisogno di relazionarci con l'est o muove la politica estera verso est quando avremmo bisogno di mantenere relazioni con l'ovest. Da quel giorno, in vari hanno sfondato la portiera del nostro veicolo per prenderne i comandi: la Francia napoleonica, approfittando di un certo rallentamento dovuto agli anni; l'Impero Austriaco poi; infine l'Italia che aveva appena iniziato la Fase Espansiva. 

Il Veneto ha una posizione geografica centrale nell'Europa di oggi e ha molte risorse. Ma la potenza è nulla senza controllo. Non il controllo da grande fratello delle telecamere piazzate in scuole, uffici e strade; ma il controllo efficace di chi dosa e direziona le proprie energie.

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