LA FORTEZZA DI MODONE (METHONI) L'OCCHIO DI VENEZIA NELLO IONIO


Modone deve la sua importanza storica al fatto di essere stata per lungo tempo una delle più importanti basi navali dellaRepubblica di Venezia.
La fortezza foto di Andtrea Lessona (C)
La città è situata sulla costa ionica del Peloponneso, tra Navarino e Capo Gallo, di fronte alle isole Sapienza e Cabrera. In epoca veneziana vi facevano scalo quasi tutte le navi veneziane sulla rotta tra Venezia e il Levante, nonché tutte le navi di pellegrini in viaggio verso la Terrasanta. Per la sua posizione strategica a guardia dell'imbocco dell'Adriatico, la fortezza di Modone fu tenuta in grande considerazione dalla Serenissima e soprannominata (analogamente al vicino porto di Corone)Venetiarum ocellae ("occhi di Venezia").
il ponte in pietra, foto di Andrea Lessona (C)

Il primo dominio veneziano (1206-1500)

Venezia occupò Modone per la prima volta nel 1125, quando il doge Domenico Michiel fece radere al suolo la preesistente fortezza bizantina, ma dovette poi abbandonare la città. Già nel 1206 però la Repubblica ristabilì il proprio dominio su Modone, che mantenne ininterrotto per quasi trecento anni ed estese gradualmente a tutta la Morea, finché il 9 agosto 1500 i settemila difensori non dovettero capitolare alle ingenti truppe del sultano Bayazet II (si narra che fosse giunto con 100.000 uomini e 500 cannoni). La vicenda della presa di Modone da parte dei Turchi fu vivacemente descritta a posteriori da molti storiografi:
l'ingresso, foto di Andrea Lessona (C)
« ...poiché dall'Armata Veneta quattro Galere col carico di munitioni, trapassando queste le squadre Ottomane, ad onta loro conseguirono a salvamento il Porto; successo felice sì, ma origine di lagrimevol disgratia, poiché abbandonati dal Presidio i posti per ricever festosi i sospirati soccorsi, i Turchi, che dall'altra parte applicavano alla vittoria, conosciuti absenti gl'ostacoli si valsero dell'ocasione, entrando furiosamente nella Piazza, dove con strage horrenda, diedero saggio della loro tirannide.. »

L'ambiguità tenuta di fronte al nemico (durante l'assedio e la successiva prigionia) da parte del rettore della fortezza, il patrizio Marco Gabriel, sarebbe all'origine della committenza del Ritratto di cavaliere di Vittore Carpaccio.Ottomani, avvenuta a Costantinopoli il 4 novembre 1501.
Secondo questa interpretazione, l'ignoto cavaliere sarebbe il Gabriel, e l'opera sarebbe stata commissionata al Carpaccio dalla sua famiglia allo scopo di riscattarne l'onore, dopo la sua decapitazione da parte degli Ottomani.
la torre, foto di A. Lessona (C) 
Negli anni a venire molteplici furono i tentativi di riconquistare la città: nel 1531 ad opera dei Cavalieri di San Giovanni, e nel 1572 su iniziativa di Don Giovanni d'Austria. La presa di Modone è raccontata in un poema epico ottomano del primo Cinquecento:
Il secondo dominio veneziano (1686-1715)[modifica | modifica wikitesto]

Fu solamente con la guerra di Morea (1684-1699) che la Serenissima poté rientrare in possesso di Modone. Al comando del Capitano Generale Francesco Morosini, il 30 giugno 1686 i Veneziani strinsero d'assedio la città, difesa da 13.000 fanti e 1200 cavalli, da terra e da mare; i Turchi capitolarono il 7 luglio. Quattromila abitanti sopravvissuti abbandonarono la città, mentre i conquistatori si impadronirono di cento cannoni di bronzo e quasi duecento schiavi.

La riconquista veneta fu ratificata nel 1699 dalla Pace di Carlowitz, ma fu alquanto effimera, giacché già nel 1714 i Turchi mossero guerra a Venezia e riconquistarono (1715) tutta la Morea, che fu loro ufficialmente ceduta con la Pace di Passarowitz (1718).

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