"EL SAEON" IL PALAZZO DELLA RAGIONE DEI PADOVANI, UNICO AL MONDO
Chiamato popolarmente "Il Salone", il Palazzo della Ragione è in effetti uno dei più grandi ambienti coperti d'Italia che non ha uguali nell'architettura civile italiana.
La grandissima sala del piano superiore, all'epoca la più grande sala pensile (cioè sollevata da terra) del mondo costituiva un vero miracolo di ardimento architettonico e di solidità.
Ricco di una semplice e severa nobiltà e di una popolana grandezza, il Palazzo della Ragione sorse al centro di un articolato complesso di edifici comunali tra i quali il Palazzo degli Anziani e l'antico Palazzo del Consiglio, ancora in parte esistenti, che si vennero edificando a partire dalla fine del XII secolo.
Sorse al centro di un sistema di piazze, le attuali piazza delle Erbe e piazza della Frutta, dove aveva luogo il mercato.
Tra l'antico Palazzo del Consiglio e la parte orientale del Palazzo della Ragione si apre il Volto della Corda, grandioso arco di passaggio verso piazza delle Erbe costruito nel 1277, così denominato perché qui i bugiardi, i falliti, gli imbroglioni, i debitori insolventi venivano colpiti sulla schiena con una corda.
Le corde rimanevano sempre appese a cinque anelli di pietra infissi nel muro del Volto per ricordare ai venditori di essere onesti.
L'angolo posto sotto al Volto della Corda prende il nome di canton delle busie (angolo delle bugie) perché vi avvenivano gli incontri tra i commercianti.
Ancor oggi sono visibili in basso, sulla destra del Volto della corda, le antiche misure padovane scolpite sulla pietra bianca che impedivano ai venditori di imbrogliare gli acquirenti.
L'imponente Palazzo della Ragione, termine attribuito in epoca veneziana, è un edificio a pianta trapezoidale dovuta ai vincoli di probabili canali d'acqua che attraversavano quelle che tuttora sono le piazze e che già allora erano una sorta di vivace ipermercato.
L'antico edificio assomiglia ad un enorme nave capovolta e poggia su 90 piloni, disposti in quattro ordini.
Grande ammirazione destava il Palazzo presso i contemporanei fin dalla sua forma primitiva che aveva la stessa lunghezza di quella attuale, ma una minore altezza ed era anche più stretto perché mancavano le due logge prospicienti le due piazze chiamate al tempo semplicemente piazza Settentrionale e piazza Meridionale, oggi rispettivamente piazza della Frutta e piazza delle Erbe.
Quanto alla storia dell'edificio è presumibile pensare che, il luogo ove sorge l'attuale Palazzo, sia stato edificato ed abitato in età precedenti.
Sotto il Palazzo rimane infatti memoria dell'età romana e le testine romaniche, scolpite poste sugli stipiti degli archi di accesso al mercato sotto il Salone, ne sono una riprova.
Non si conosce la data esatta della costruzione primitiva ma già nel 1166 esisteva la parte inferiore dell'edificio che aveva funzioni pubbliche.
La prima realizzazione risale al 1219, ed aveva lo scopo di ospitare i tribunali e gli uffici finanziari, ruolo che ebbe non solo in età comunale, ma, sia pure con uso ridotto, anche durante la signoria Carrarese e tutta la dominazione Veneziana, fino al 1797.
Fu però anche sede commerciale, unica funzione questa che mantenne nel tempo.
Vi è quindi uno stretto rapporto tra il Salone e la giustizia.
L'intensificarsi della mercatura, nell'area delle piazze, invitava il Comune a un intervento regolarizzatore che affermasse anche materialmente la protezione pubblica sulle attività mercantili.
I primi statuti che regolano la vita delle città comunali risalgono all'inizio del XII secolo e riguardano soprattutto il commercio e le istituzioni politiche.
La forma attuale la si deve a frate Giovanni degli Eremitani che tra il 1306 e il 1309 fece alzare la grande volta in legno a due calotte ed aggiungere il porticato e le logge coprendo le scale. Il tetto fu rifatto a capriate in legno di larice, senza colonne centrali e ricoperto da piastre di piombo.
Al grande salone si accedeva attraverso quattro scalinate che prendevano il nome dal mercato che si svolgeva ai loro piedi: la Scala degli uccelli (Scala degli osei) al Volto della Corda, dei ferri lavorati, in piazza delle Erbe, la Scala del vino, sempre in piazza delle Erbe, e della frutta nell'omonima piazza.
La grandissima sala del piano superiore, all'epoca la più grande sala pensile (cioè sollevata da terra) del mondo costituiva un vero miracolo di ardimento architettonico e di solidità.
Ricco di una semplice e severa nobiltà e di una popolana grandezza, il Palazzo della Ragione sorse al centro di un articolato complesso di edifici comunali tra i quali il Palazzo degli Anziani e l'antico Palazzo del Consiglio, ancora in parte esistenti, che si vennero edificando a partire dalla fine del XII secolo.
Sorse al centro di un sistema di piazze, le attuali piazza delle Erbe e piazza della Frutta, dove aveva luogo il mercato.
Tra l'antico Palazzo del Consiglio e la parte orientale del Palazzo della Ragione si apre il Volto della Corda, grandioso arco di passaggio verso piazza delle Erbe costruito nel 1277, così denominato perché qui i bugiardi, i falliti, gli imbroglioni, i debitori insolventi venivano colpiti sulla schiena con una corda.
Le corde rimanevano sempre appese a cinque anelli di pietra infissi nel muro del Volto per ricordare ai venditori di essere onesti.
L'angolo posto sotto al Volto della Corda prende il nome di canton delle busie (angolo delle bugie) perché vi avvenivano gli incontri tra i commercianti.
L'imponente Palazzo della Ragione, termine attribuito in epoca veneziana, è un edificio a pianta trapezoidale dovuta ai vincoli di probabili canali d'acqua che attraversavano quelle che tuttora sono le piazze e che già allora erano una sorta di vivace ipermercato.
L'antico edificio assomiglia ad un enorme nave capovolta e poggia su 90 piloni, disposti in quattro ordini.
Grande ammirazione destava il Palazzo presso i contemporanei fin dalla sua forma primitiva che aveva la stessa lunghezza di quella attuale, ma una minore altezza ed era anche più stretto perché mancavano le due logge prospicienti le due piazze chiamate al tempo semplicemente piazza Settentrionale e piazza Meridionale, oggi rispettivamente piazza della Frutta e piazza delle Erbe.
Sotto il Palazzo rimane infatti memoria dell'età romana e le testine romaniche, scolpite poste sugli stipiti degli archi di accesso al mercato sotto il Salone, ne sono una riprova.
Non si conosce la data esatta della costruzione primitiva ma già nel 1166 esisteva la parte inferiore dell'edificio che aveva funzioni pubbliche.
La prima realizzazione risale al 1219, ed aveva lo scopo di ospitare i tribunali e gli uffici finanziari, ruolo che ebbe non solo in età comunale, ma, sia pure con uso ridotto, anche durante la signoria Carrarese e tutta la dominazione Veneziana, fino al 1797.
Fu però anche sede commerciale, unica funzione questa che mantenne nel tempo.
Vi è quindi uno stretto rapporto tra il Salone e la giustizia.
L'intensificarsi della mercatura, nell'area delle piazze, invitava il Comune a un intervento regolarizzatore che affermasse anche materialmente la protezione pubblica sulle attività mercantili.
I primi statuti che regolano la vita delle città comunali risalgono all'inizio del XII secolo e riguardano soprattutto il commercio e le istituzioni politiche.
La forma attuale la si deve a frate Giovanni degli Eremitani che tra il 1306 e il 1309 fece alzare la grande volta in legno a due calotte ed aggiungere il porticato e le logge coprendo le scale. Il tetto fu rifatto a capriate in legno di larice, senza colonne centrali e ricoperto da piastre di piombo.
Al grande salone si accedeva attraverso quattro scalinate che prendevano il nome dal mercato che si svolgeva ai loro piedi: la Scala degli uccelli (Scala degli osei) al Volto della Corda, dei ferri lavorati, in piazza delle Erbe, la Scala del vino, sempre in piazza delle Erbe, e della frutta nell'omonima piazza.
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