UN TESORO DI BELLEZZA NELLA CAPPELLA DI SANT'ANTONIO DI PADOVA
Siamo ancora fermi nella basilica del Santo di Padova, un tesoro inesauribile di arte veneta, nato ancora prima della nascita dello "stato da Tera" di Venezia e poi continuamente accresciutosi con l'apporto di artisti veneti.
Oggi vi propongo una prima visita all'interno.
Ne fu architetto probabilmente Tullio Lombardo; ne eseguì il modello A. Riccio (Briosco). Vi hanno lavorato i maggiori scultori veneti dell’epoca. Lungo le pareti sono disposti nove rilievi marmorei, con scene della vita e miracoli di s. Antonio. Da sinistra:
il piede riattaccato di Antonio Lombardo |
Il marito geloso che pugnala la moglie (G. Rubino e S. Cosini, 1529);
S. Antonio risuscita un giovane (D. Cattaneo e G. Campagna, 1577);
Risurrezione di una giovane annegata (Iacopo Sansovino, 1563);
il miracolo del neonato di A, Lombardo |
Miracolo del cuore dell’usuraio (T. Lombardo, 1525);
Miracolo del piede reciso e riattaccato (T. Lombardo, 1525);
Il bicchiere scagliato in terra e rimasto intatto (G. Mosca e P. Stella, 1520-29);
Un neonato attesta l’onestà della madre (A. Lombardo, 1505).
scorcio della tomba con cancelletto Al centro sorge l’altare-tomba di sant'Antonio, eseguito da Tiziano Aspetti (1594); ai lati, due superbi candelabri d’argento (sec. XVII). |
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