VOTO DI SCAMBIO O "BROLO" (BROGLIO)



IL VOTO DI SCAMBIO O BROLO 


Le contrattazioni avvenivano nell'orto-giardino antistante il Palazzo Ducale.



Verso la fine della Repubblica venivano chiamati barnabotti gli appartenenti alle famiglie nobili caduti in disgrazia economica.
Chiesa e campo San Barnaba

Il nome deriva dal campo San Barnaba, dall'omonima chiesa, dove si trovavano i loro alloggi,
forniti come aiuto di stato, ad un prezzo irrisorio se non a titolo gratuito. 
Nel medesimo campo esercitava anche una casa da gioco aperta solo ai nobili, in cui le cortigiane si prostituivano, chiamata per l’appunto Casin dei Nobili, la cui toponomastica è rimasta invariata e che noi possiamo leggere nel nizioleto sopra il doppio arco del sotoportego del campo.


I Barnaboti, in quanto nobili, continuavano a mantenere il diritto di voto in Maggior Consiglio, ma a volte il loro stato economico li rendeva vulnerabili alle lusinghe del denaro che veniva loro offerto in cambio di un voto.
Nonostante non avessero in città alcun potere economico, lo avevano invece politicamente!

Il terreno, su cui oggi c'è Piazza San Marco, in origine c'era un prato, in parte coltivato ad orto dalle monache di San Zaccaria, poi trasformato nel giardino antistante il Palazzo Ducale,  dove i membri del governo usavano riunirsi per far commercio dei propri voti in seno al Maggior Consiglio e nel quale potevano sedere per diritto ereditario.
Per questo motivo, quando oggi si parla di elezioni truccate o di voti di scambio, il termine italianissimo ancora utilizzato è per l’appunto “broglio”. 


Nel pavimento al centro della navata della chiesa c'è la pietra, secondo la tradizione e motivo per cui è frequentata, sulla quale San Barnaba il 13 marzo del 51 d.C. avrebbe piantato la croce per annunciare il Cristianesimo ai milanesi e dal cui foro centrale si dipartono 13 raggi. 

Canale di campo San Barnaba e ponte dei pugni (foto sotto)


Veduta del canale con la chiesa di San Barnaba sullo sfondo durante la guerra dei pugni


 











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