COME COMBATTEVANO L'ASSENTEISMO DEI MAGISTRATI. LA PUBBLICA SAGGEZZA.
Sfogliando un bellissimo imponente volume curato da Gaetano Cozzi, son capitato ieri su un paragrafo che avevo sottolineato, tanto mi pareva attuale, ma ancora non ho proposto. Si parla di Magistrati particolari, di livello molto alto (tipo la Corte di Cassazione) che eran sottoposti, malgrado il loro ruolo di prestigio, allo stretto controllo di chi li aveva eletti, per quanto riguardava la loro efficienza lavorativa. Ma guarda un po' che strano... la Repubblica Serenissima non aveva la tanto decantata separazione dei ruoli, per cui l'esecutivo, controllava il magistrato, e se era un lavativo o un disonesto, veniva multato, cacciato e messo in galera da chi lo aveva preposto al suo ufficio.
Pensa che stato arretrato, eh... per fortuna che poi è arrivato Napoleone a civilizzarci, a noi Veneti, noti per esser dei trogloditi rispetto al resto del Bel Paese. Fin dall'epoca di Carosello; vi ricordate infatti (o almeno, chi ha i capelli bianchi, ricorderà) il troglodita che diceva al vigile italiano: "Par mi i quadrati, i triangoli, e strisse par tera.. tuto fa brodo!" 😉
Grande cura aveva predisposto il legislatore onde evitare, per quanto possibile, che i Magistrati non adempiessero ai loro obblighi, e la forma migliore per raggiungere tale scopo era un giuramento solenne di ottemperare ai propri impegni lavorativi.
Gli auditori si impegnavano così ad andare in ufficio " de mane et post prandium, eccetto per le feste solenni, ed eccetto i giorni di sabato dopo pranzo". Il lavoro aveva inizio "non appena l'antica campana dell'ufficio cessi di suonare.. dalla terza ora fino alla nona e poi fino al vespro e anche di più quando fosse necessario per sbrigare questo lavoro."
Notiamo per inciso che fino al 1472 gli Auditori furono costretti ad aumentare appunto le loro sedute, dovendosi radunare anche il venerdì mattina ed il sabato pomeriggio per sbrigare la cause inferiori a 30 ducati, ed andare così incontro agli interessi dei più poveri (per una Repubblica oligarchica la cosa suonerebbe un poco strana, ma così amano definirla, certi "studiosi" )
Per gli Auditori nuovi, come per altri magistrati, vigeva una serie di provvedimenti e regole per impedire l'asssenteismo. Il fondamento del sistema consisteva nell'obbligo che avevano di farsi punctare (oggi diremmo firmare o timbrare), ossia nel far notare la loro assenza, ogni volta che fossero mancati dal lavoro.
Il compito di controllo spettava agli stessi notai del tribunale (i quali NON dipendevano dal magistrato). Chi fosse stato assente per più di otto giorni consecutivi - s'intende senza validi motivi -perdeva il salario. Se invece fosse stato via per più di trenta giorni, avrebbe perso il lavoro.
La pubblica saggezza non si era interessata solamente di garantirsi della presenza dei magistrati, ma anche di assicurarsi che svolgessero al meglio il loro compito.
Avogadori ed Auditori, allora i maggiori magistrati giudiziari, dovevano andare .. "ai Consigli quando fossero convocati; e "se non fossero venuti decadano dai loro incarichi".
Ceferino Caro Lopez - Gli Auditori Nuovi e il Dominio di Terraferma.
L'HOMO VENETUS TROGLODITA godiveo qua, merita: https://www.youtube.com/watch?v=aD6nGYxnCv4 COME ILVIGILE SICULO rispettoso del codice :D
Pensa che stato arretrato, eh... per fortuna che poi è arrivato Napoleone a civilizzarci, a noi Veneti, noti per esser dei trogloditi rispetto al resto del Bel Paese. Fin dall'epoca di Carosello; vi ricordate infatti (o almeno, chi ha i capelli bianchi, ricorderà) il troglodita che diceva al vigile italiano: "Par mi i quadrati, i triangoli, e strisse par tera.. tuto fa brodo!" 😉
Grande cura aveva predisposto il legislatore onde evitare, per quanto possibile, che i Magistrati non adempiessero ai loro obblighi, e la forma migliore per raggiungere tale scopo era un giuramento solenne di ottemperare ai propri impegni lavorativi.
Gli auditori si impegnavano così ad andare in ufficio " de mane et post prandium, eccetto per le feste solenni, ed eccetto i giorni di sabato dopo pranzo". Il lavoro aveva inizio "non appena l'antica campana dell'ufficio cessi di suonare.. dalla terza ora fino alla nona e poi fino al vespro e anche di più quando fosse necessario per sbrigare questo lavoro."
Notiamo per inciso che fino al 1472 gli Auditori furono costretti ad aumentare appunto le loro sedute, dovendosi radunare anche il venerdì mattina ed il sabato pomeriggio per sbrigare la cause inferiori a 30 ducati, ed andare così incontro agli interessi dei più poveri (per una Repubblica oligarchica la cosa suonerebbe un poco strana, ma così amano definirla, certi "studiosi" )
Per gli Auditori nuovi, come per altri magistrati, vigeva una serie di provvedimenti e regole per impedire l'asssenteismo. Il fondamento del sistema consisteva nell'obbligo che avevano di farsi punctare (oggi diremmo firmare o timbrare), ossia nel far notare la loro assenza, ogni volta che fossero mancati dal lavoro.
Il compito di controllo spettava agli stessi notai del tribunale (i quali NON dipendevano dal magistrato). Chi fosse stato assente per più di otto giorni consecutivi - s'intende senza validi motivi -perdeva il salario. Se invece fosse stato via per più di trenta giorni, avrebbe perso il lavoro.
La pubblica saggezza non si era interessata solamente di garantirsi della presenza dei magistrati, ma anche di assicurarsi che svolgessero al meglio il loro compito.
Avogadori ed Auditori, allora i maggiori magistrati giudiziari, dovevano andare .. "ai Consigli quando fossero convocati; e "se non fossero venuti decadano dai loro incarichi".
Ceferino Caro Lopez - Gli Auditori Nuovi e il Dominio di Terraferma.
L'HOMO VENETUS TROGLODITA godiveo qua, merita: https://www.youtube.com/watch?v=aD6nGYxnCv4 COME ILVIGILE SICULO rispettoso del codice :D
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