LA "PIERA BIANCA" DOVE DOGE E PATRIARCA SE BASAVA, SI BACIAVANO



Devo questa nota, credo assai interessante, a Moreno Catto detto Barnabotto, il quale mi chiedeva ieri, info su un "masegno" dove Chiesa e Stato nelle figure i del "Doxe" e del Patriarca, si incontravano a metà strada di un certo percorso cerimoniale. Il Doge non percorreva tutta la strada ma si fermava a metà come del resto il Patriarca, e così nessuno dei due pareva soccombere all'autorità dell'altro. Mirabile esempio di quell'equilibrio tra potere temporale ed ecclesiale unico in Europa fino alle soglie della modernità. Il principio plastico della frase "Date a Cesare quello che è di Cesare, a Dio quello che è di Dio", come è sancito nei Vangeli (ma non è scritto nel Corano).
E non fu quindi un caso se l'ambascatore veneto fu il mallevadore (il garante) della pace  di Aquisgrana tra cattolici e protestanti, alla fine della guerra religiosa dei Trent'anni, che sancì la nascita dell'Europa moderna,  e il principio della neutralità dello stato in campo religioso. 

Ecco quanto ho raccolto in merito.


"Oltre alla curiosità de  la piera del baso  (la pietra del bacio), molte altre sono le singolarità che si possono ritrovare girovagando per l'antichissimo campo San Piero.

Assieme a campo Santa Maria Mazor, in Contrada Santa Crose, Sestier de Santa Crose, (perciò dalla parte diametralmente opposta della città), questo è rimasto uno dei "campi" che a ragion veduta possono essere ancora chiamati così: la parte rimasta a verde predomina infatti largamente sulla parte selciata, conservando intatto l'aspetto che originariamente avevano tutti questi grandi spiazzi pubblici.


Ancora, in campo San Piero si erge l'antica basilica della città (poiché fino alla fine della Repubblica la chiesa di San Marco fu cappella privata del Doge), dove si venerano le spoglie del primo Patriarca di Venezia, San Lorenzo Giustiniani e si conserva quello che la tradizione popolare indica come  el caregon de San Piero  (il trono di San Pietro).

Siamo a Venezia, San Pietro in Castello di fronte alla basilica antica sede del Patriarcato, il Duomo vero della città, essendo la meravigliosa basilica marciana, solo la cappella privata del Doge.

Ma eccoci infine giunti alla curiosità di cui qui si parla:  la piera del baso , della quale non ne fanno menzione nè il Tassini nè il Lorenzetti, seppure in occasione di altri simili "punti d'incontro" esistenti in città, il Tassini fornisca una descrizione dettagliata dei complicati cerimoniali che vi si svolgevano nei pressi.

Orbene, circa a metà del lungo liston che dalla base del ponte punta verso il piccolo sagrato della chiesa, tra le grigie lastre di masegni di trachite spicca all'improvviso per il suo candore una lastra di pietra d'Istria.
Era questo il punto dove il Patriarca di Venezia attendeva il Dose e la Signoria quando questi si recava a far visita alla chiesa e a partecipare alla funzione dei Santi Pietro e Paolo, il 29 di giugno. Dopo aver baciato il capo dello Stato in segno di benvenuto, il Patriarca lo invitava a proseguire assieme la parte di liston che rimaneva per raggiungere la chiesa. Non è chiaro se il cerimoniale fosse per una sorta di riconoscimento di una qualche giurisdizione esercitata sull'isola da parte del Patriarca, oppure se e faceva parte del simbolismo del tempo nei rapporti tra lo Stato e la Chiesa.

A corollario della visita, nel corso della funzione religiosa per la festa dei Santi Pietro e Paolo, il cerimoniale prevedeva che un pescatore donasse al Dose il tradizionale "anello piscatorio", rito che ai nostri giorni viene rivolto nei confronti del Patriarca, dopo che il Vescovo Lafontaine, negli anni '60 dello scorso secolo, lo rispolverò dall'oblio nel quale era caduto dopo la caduta della Repubblica."

fonte http://www.veneziamuseo.it/TERRA/Castello/Piero/piero_cur_pierabaso.htm





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