LE CAMPANE DI SAN MARCO, "EL PARON DE CASA"

LA STORIA  VERA DELLA MARANGONA E DELLE ALTRE CAMPANE


RIPRENDO QUESTO BELL'ARTICOLO DA http://evenice.it/m/info/campane-di-san-marco.html

Da secoli scandiscono la vita politica e sociale di Venezia: sono le cinque campane del Campanile di San Marco. Ecco la loro storia.

Le Campane del Campanile di San Marco avevano un’importante funzione per la vita sociale e politica della Serenissima. Ne scandivano i tempi e le ricorrenze, oltre a essere un richiamo per politici e funzioni pubbliche.

Non si sa con precisione quando furono collocate le campane nella cella campanaria del campanile, anzi è probabile che all'inizio alcune campane si trovassero a Palazzo Ducale per regolare le sedute e le assemblee dei primi organismi della Repubblica.

Nel 1271 si legge nel capitolare della Scuola dei Favri (confraternita, o corporazione, dei fabbri) di una «...campanam sancti Marci que pulsatur in sero pro magistris arcium…». A quella data, quindi, delle campane dovevano già rintoccare dal campanile.
LA STORIA

La storia delle campane di San Marco è molto tumultuosa e ricca di gravi incidenti. Martedì 11 agosto 1489, a seguito di un fulmine che si abbatté sul campanile, le campane caddero sul solaio della cella. Non riportarono gravi danni e furono rimesse in sede. All’epoca si parlava di sei o sette campane, un numero maggiore delle cinque odierne.
Seguì poi il crollo del campanile nel 1902 in cui quattro delle cinque campane allora presenti, si distrussero.
A restare pressoché illesa fu la campana maggiore che, dando origine ad un equivoco che perdura fino ad oggi, fu chiamata Marangona.
Naturalmente non si trattava dell'antica Marangona, che non esisteva più dal 1809, ma della maggiore delle più recenti campane fuse sotto la seconda dominazione austriaca.

Il 14 luglio 1908, sesto anniversario della caduta del campanile, Papa Pio X, Patriarca di Venezia per sette anni prima dell'elezione al soglio di Pietro, scrisse al Sindaco di Venezia Filippo Grimani, di voler provvedere alla ricostruzione delle quattro campane.
I pezzi delle campane furono ricomposti per permettere di riprenderne il calco in gesso e riprodurle nelle stesse dimensioni e con in fregi delle precedenti.
La commissione musicale studiò la tonalità della campana superstite (che dava la nota "la" naturale) per stabilire la tonalità delle nuove (mi, re, do diesis e si) in modo di ottenere un armonico equilibrio dei suoni.
La ricostruzione delle campane fu eseguita a Sant’Elena dove vi era un vecchio forno di una fabbrica ferroviaria ormai dismessa e vennero qui fuse otto tonnellate di bronzo.

Con un elevatore delle Officine Meccaniche Stigler di Milano, il 22 giugno 1910 le campane salirono sul campanile dal lato Nord (quello rivolto alla Torre dell'Orologio) sebbene non fosse ancora compiuta la cella. La maggiore toccò il piano della cella campanaria alle ore 17.

Da quel giorno le campane aspettarono altri due anni, fino al 25 aprile 1912, quando il nuovo campanile fu inaugurato e il loro suono rallegrò di nuovo la vita di Venezia.
NOMI E FUNZIONI DELLE CAMPANE DI SAN MARCO

La Marangona (maggiore), o Campanon, suona la nota LA, ha un diametro di 1,800 m e pesa 3.625 kg. E’ la campana maggiore e l'unica ad essersi salvata dal crollo del campanile nel 1902, i suoi rintocchi annunciavano l'inizio e la fine dell'orario di lavoro dei marangoni, cioè dei carpentieri dell'Arsenale, e le sedute del Maggior Consiglio;

La Nona, o mezzana, suona la nota SI, ha diametro di 1,560 m e pesa 2.556 kg. Segnava e segna tuttora il mezzogiorno e indicava anche il termine massimo per la spedizione della posta a Rialto.

La Trottiera, suona la nota DO, ha diametro di 1,385 m e pesa 1.807 kg.
Dava il secondo segnale ai patrizi, i nobili veneziani, che dovevano partecipare alle riunioni del Maggior Consiglio, i quali al suo suono mettevano al trotto i cavalli (prima che l'uso ne fosse proibito in città);

La Pregadi o mezza terza, suona la nota RE, ha diametro di 1,290 m e pesa 1.366 kg. Annunciava le riunioni del Senato, i cui membri erano detti Pregadi. Richiamava inoltre i fedeli alle funzioni religiose.

La Renghiera, da "renga", ovvero arringa, il discorso che veniva fatto a difesa dell'imputato prima della sentenza, detta anche campana del Maleficio o dei Giustiziati, suona la nota MI, ha diametro di 1,160 m e pesa 1.011 kg. E’ la minore delle campane e i suoi rintocchi annunciavano le esecuzioni capitali.

Fino al 1722 esisteva una sesta campana, che cadde e andò in pezzi, detta il Campanone di Candia che suonava assieme alle altre.


Il "Plenum", cioè il suono a distesa di tutte e 5 le campane contemporaneamente, avviene solo per le maggiori solennità dell'anno liturgico e ricorrenze.

di Giorgia Zatta
giorgiazatta@gmail.com


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