LA "FAME E LA MISERIA" DELLA TERRAFERMA SOTTO VENEZIA
L'amico Andrea Baso mi segnala quanto riportato nel sito del comune di Abano Terme, in risposta al giornalista Aldo Cazzullo che straparla e vaniloquia di fame dei sudditi di terraferma che secondo lui, erano poco amati dai veneziani.
Ma che cacchio dice sto Cazzullo !!!! Fame e miseria arrivarono con il Regno d'Italia ....
La dominazione veneziana
La conquista della terraferma da parte della Repubblica di Venezia e nel 1405 del padovano, segna per il territorio aponense un importante momento di riorganizzazione non tanto amministrativo, poichè rimane sostanzialmente immutato il regime carrarese, ma del sistema della proprietà fondiaria che vede subentrare il patriziato veneziano nei territori confiscati ai nobili padovani ribelli. In tal modo ad Abano giunge la nobile famiglia Malipiero che si prodigò in interventi di bonifica del territorio e alla fine del 1500 realizzò una splendida villa in stile palladiano tutt'oggi apprezzabile nella sua notevole struttura architettonica. Successivamente ad Abano arriva un’altra famiglia veneziana: quella dei Mocenigo tra i cui esponenti ci furono dogi, ambasciatori e gran capitani.
Principalmente durante il XVIII secolo i suoi membri si prodigarono per bonificare un territorio denominato Guazzi proprio per le sue frequenti inondazioni, ricavandone terreni che vennero destinati alla coltivazione della vite del frumento e del granoturco col quale si faceva la polenta, l’alimento base della popolazione contadina. i Mocenigo realizzarono anch’essi una villa, ancor oggi apprezzabile, all’interno della loro proprietà che comprendeva oltre alle dimore per i massari e i braccianti, ai magazzini e luoghi per l’attività agricola anche un’osteria e una fornace di mattoni situate al cosiddetto ponte della fabbrica.
BERGHEN-BERGAMO |
Castelfranco Veneto |
L’influenza veneziana nel territorio si manifestò anche nella vicenda legata alla nascita e realizzazione dell’importante complesso monastico di Monteortone che sorse nel 1428 in seguito all’apparizione della Vergine che annunciò la fine di una terribile pestilenza. La cura del luogo sacro fu affidata ai frati agostiniani tra i quali ci fu un certo frate Simone da Camerino uomo di fiducia del doge Francesco Foscari e brillante diplomatico i cui servigi alla Repubblica procurarono alla congregazione generose offerte che permisero la realizzazione del complesso dotato di una chiesa notevolmente affrescata da pittori di scuola mantegnesca.
Padova |
Alla metà del XV secolo anche il convento San Daniele viene affidato dal Papa alla comunità agostiniana del Santo Spirito di Venezia che intraprese la completa ristrutturazione del complesso. Una seconda fase di lavori venne avviata alla fine del XVII secolo, risale infatti ai primi del 1700 l’elegante chiesetta opera del noto architetto vicentino Francesco Muttoni. Le proprietà del convento erano consistenti e si estendevano dal colle omonimo sino al confine con Torreglia , Montegrotto e comprendevano una parte del colle Montirone ad Abano dove era situato un mulino a coppedello ed un edificio per bagni.
Verona fidelis |
E infine... ecco una filastrocca molto popolare. Vox populi vox dei.
Con San Marco che comandava
se disnava e se senava.
Con la Francia, se disnava solamente
Sotto la casa dei Lorena
un pochetin se disnava e se senava
Soto Casa de Savoia
de magnar te ga solo voja
i n’à portà na fame roja
e ne toca andar via… vaca troja…vaca troja
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