"EL CAREGA" (GHE QUA EL CAREGHETAA!)

Di Loredana Corrà glottologa all'università di Padova fino al 2015

Ghe qua el careghetaa! Careghe da inpajare, da registrare, el caregheta l'è qua!

Il grido suonava periodicamente per le stesse contrade e annunciava l'arrivo del seggiolaio ambulante. Il caregheta o inpajacareghe era accompagnato da uno o più giovanissimi gaburi (garzoni) e portava sulle spalle la bargela o crath, una gerla particolare a forma di telaio di carega su cui teneva i suoi pochi attrezzi e una o più fascine di paglia.
Arrivato sul posto sistemava la caora, una specie di cavalletto di legno che a partire dalla fine dell'800, costituiva il suo banco di lavoro. Faceva il giro della contrada per raccogliere le sedie da impagliare e si ritirav ain un angolo o, d'inverno, in una stalla ospitale, a eseguire il suo lavoro.
Seduto su una barelina, una piccola sedia, faceva innanzitutto il cordolo (cioè arrotolava i fili di erba palustre in modo da formare una specie di corda) e poi cominciava ad intrecciarlo sul telaio della sedia.


Se gli veniva commissionata una nuova sedia, allora, con grande soddisfazione il conza si metteva al lavoro sulla sua nuova caora. Il conza provetto non faceva uso di cric (chiodi) ma assemblava il tutto tramite incastri. Succedeva talvolta che il committente rifiutasse di pagare quanto dovuto, e in tal caso il seggiolaio aveva pronta la sua arma di difesa. Racconta un vecchio del mestiere di Gosaldo: "Quando vedevo che era inutile discutere, infilavo, lesto lesto, dei pezzetti di lardo nell'imbottitura delle sedie. Il gatto di casa, sentendone l'odore, avrebbe graffiato i cordoncini di paglia, rovinando in breve tempo il lavoro da me eseguito."
Eco 'l primo che 'l passa,/  inpaja la carega e inte la paja el ghe assa,/  na renga che el gato sgriferà via, / cussì quel che elvien dopo, bon colega, / catarà na carega / anc alu d ainpajar, e così sia (A.Zanzotto)

I conze provenivano quasi tutti dal bellunese o dal Friuli, i bellunesi partivano da Gosaldo o Rivarolo Agordino, e durante i loro giri da settembre ad aprile, nelle pianure del Veneto, parlavano il loro scabelamént (parlata di finzione). Dormivano nei fienili e nelle stalle, ospitati anche loro come gli altri ambulanti, dai contadini. Alcuni seggiolai di  Gosaldo, agli inizi di questo secolo arrivavano fino in Francia, rimannendo lontnai da casa alcuni anni.
Gli inpaja careghe friulani, a differenza dei loro colleghi bellunesi, seppero trasformarsi in imprenditori veri e propri, dando origine all'industria della sedia.

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