GLI ANTICHI MESTIERI NELLE CONTRADE VENETE, CONTINUA...


Continuo la rassegna dei lavori ambulanti stimolato da qualche lettore del mio articolo precedente, molto incompleto. Al gua cortei o moeta avevo dedicato spazio tempo fa, quindi oggi passerò ad altro.

I ROCO£ANTI 
Durante il periodo della caccia arrivavano in pianura, assoldati dai propietari delle RETRATE (una forma di caccia con la rete) i rocolanti o oselari, accompagnati da un voltarin, ragazzo che aveva il compito di tor volta agli uccelli, famosi erano i roccolanti di Conegliano.
LA CAPONARA
In ogni contrada di campagna vi era la caponara, una donna specialista nel far capponi: arrivava nelle case il mattino presto, prima che i bambini si risvegliassero, e procedeva rapida alla castratura dei polli.
LA SPELUMINA
Così veniva chiamata nel veronese la donna abile a strappare la  penna bianca alle anatre e alle oche vive. Lo spelumin era un tempo assai richiesto per imbottire cuscini e confezionare trapunte con le piume.
I BOASSARI  E GLI STRASSARI
I boassari percorrevano le strade trascinando un carrettino o una carriola e raccoglievano, infilandole con forche, le boasse rinsecchite dal sole. Una volta a casa, il bosssaro le divideva per qualità, le impacchettava, e le rivendeva come combustibile.
Un important eruolo avevalo strassaro o strasser che si annunciava con un richiamo modulato "strasse, ossi, fero vecio, pele de conejo!". La sua era una importante funzione di riciclaggio raccogliendo un po' di tutto, persino pelli di talpa, assai ricercate, e penne di gallina. Ogni merce aveva un preciso valore. Ma questo ambulante era guardato con un certo disprezzo perché viveva di sporco e nello sporco.
IL SALDAMARO
Alla categoria dei poveri  apparteneva anche il saldamaro, così veniva chiamato nel vicentino il venditore di saldàmene, una sabbia giallastra con cui si pulivano gli oggetti in rame. Concorrente diretta sua era la venditrice de l'oio fumante, l'acido solforico.
EL CASOLIN 
Era un pizzicagnolo ambulante, ed era il fornitore più importante, assieme al mugnaio, delle famiglie della campagna. Il casolin aveva la sua bottega costruita su un carro trainato da un cavallo. Sopra un grande mobile cubico, pieno di cassetti per la merce. Conosceva tutte le famiglie della zona e le informava dei principali avvenimenti. Molto spesso le acquirenti barattavano parte della spesa in cambio di uova e per questo si annunciava gridando: "Done! fora i ovi!". Il padrone di casa interveniva soltanto a San Martin a saldare il conto al tempo del raccolto.
EL MOLINARO, EL MUNARO, EL MUNER
Il mugnaio passava col suo carretto una volta la settimana. Scaricava la farina ordinata la settimana precedente e portava via il grano corrispondente alla consegna fatta, trattenendosi come ricompensa qualche aprte del prodotto.
EL PESSARO,
era il pescivendolo che passava nei giorni in cui si doveva mangiare di magro, lanciando il suo grido a squarciagola: "pesse, ohh, pesse fresco!". Nella cassetta dietro montata sulla bicicletta, sotto uno straccio umido teneva il epsce di pregio per i "siori" mentre in quella davanti, gamberi e sardine per i "pitochi".
I pescivendoli, piccoli commercianti più che pescatori, si dividevano le zone di smercio, e spesso la caratteristica antilena tradiva la loro origine ciosota o lagunare.

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Commenti

  1. Molto interessante, peccato che si sia persa la memoria di molte attività umane

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