Il viaggio sul Sile dell'ultimo barcaro
Il
viaggio sul Sile dell'ultimo barcaro
Questa è la cronaca della partenza dell'ultima comasina (burcio) pubblicata da Camillo Pavan nel suo blog tre anni fa.
Dopo secoli, in cui il fiume è stato l'autostrada che collegava Treviso a Venezia, dove veniva trasportata in laguna ogni tipo di mercanzia dalle campagne, dalle colline e dalle montagne, TINO l'ultimo burcio chiudeva nel gennaio del 1987 una tradizione più che millenaria dei traffici fluviali nei territori endolittoranei dell'Alto-Adriatico.
Dopo secoli, in cui il fiume è stato l'autostrada che collegava Treviso a Venezia, dove veniva trasportata in laguna ogni tipo di mercanzia dalle campagne, dalle colline e dalle montagne, TINO l'ultimo burcio chiudeva nel gennaio del 1987 una tradizione più che millenaria dei traffici fluviali nei territori endolittoranei dell'Alto-Adriatico.
TINO l'ultimo burcio (comacina) |
Venerdì
23 gennaio 1987 è una giornata limpida.
Per
il barcàro Giovanni Ranzato (detto Binbo Venessian) la brutta
stagione è ormai terminata.
Dopo
circa un mese e mezzo di inattività oggi finalmente ritorna a
navigare con la sua comacina carica di settecento quintali di
legname. Destinazione Venezia: il più classico dei percorsi di un
barcone del Sile.
Presso
la segheria-deposito di legname adiacente al porto di Silea, in
mattinata Binbo ha completato
le
operazioni di stivaggio iniziate già la sera precedente.
Duecentottanta quintali di legno di pero sono stati sistemati per
primi nel ventre della barca. Sopra di essi sono stati posti assi e
grosse tavole di rovere di varia dimensione. Una cinquantina di pali
di acacia lunghi dai dodici ai quindici metri coprono la catasta che
s’innalza per oltre due metri sopra coperta, tenuta ferma da
quattro robusti tronchi, pure di acacia, fissati saldamente a
ciascuno dei due lati della stiva.
Quando
la campana della chiesa di Silea suona mezzogiorno, come ad un
segnale da lungo atteso, Binbo mette in moto il Fiat 52 cv del suo
barcone. Lentamente la TINO si stacca dalla banchina ed inizia a
navigare.
Dopo
poche decine di metri passa davanti alla vecchia osteria dei barcari
“da Nèa”, dove un gruppetto di avventori e lo stesso
proprietario Anselmo Nèa Caldato, si affacciano per assistere al suo
passaggio. Lo scambio di battute fra spettatori e barcaro è rapido e
pungente. Per un attimo sembra di essere tornati ai tempi in cui più
intensa ferveva la navigazione e nei pressi dei porti del fiume la
vita pulsava frenetica.
L’illusione
dura poco, il tempo di lasciarci alle spalle l’osteria. La TINO
prosegue in perfetta solitudine la sua corsa, lenta e maestosa, al
centro del fiume, illuminata dal sole. Dietro a lei, come un
cagnolino al guinzaglio, il piccolo battello di soccorso.
Binbo
è nel suo ambiente. I suoi gesti sono decisi ma rilassati, e pur con
l’occhio sempre vigile a controllare la rotta, può ora permettersi
di pensare ad un rapido spuntino. Tira fuori da una borsa sotto la
cabina di guida due pezzi di pane e formaggio. Uno è per lui ed uno
per il suo accompagnatore Bruno Pin detto Bachìn,
un ex fornaciaio di Lughignano. Consuma con calma, gustandolo
appieno, il frugale pranzo. "Questa a xe vita", commenta con il volto
che sprizza felicità.
In
mezzo al fiume, al comando della sua barca, Binbo si sente il vero re
del Sile....
Il barcaro Giovanni
Ranzato al timone della sua TINO, in navigazione sul Sile con un
carico di legname,
poco dopo la partenza dal porto di Silea.
http://pavancamillo.blogspot.it/2014/12/navigazione.interna-ultimo.barcaro.sile-viaggio.html
domenica
21 dicembre 2014
Questo era il percorso (tracciato blu, verde e rosso) che i barcari effettuavano per raggiungere Venezia |
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