LA VENEZIANA FELTRE MOSTRATA A UNA BELLA POLACCA
Due giorni fa, cari tosi, cari amici, ho avuto il piacere di illustrare, sia pure in maniera veloce e sommaria, le bellezze di quel gioiello veneziano incredibile che si chiama Feltre a un'amica polacca, venuta apposta con Giorgio Burin per scoprirla.
Dell'origine della antichissima cittadina si sa poco: alcuni feltrini fantasticano sull'origine etrusca, e così viene addirittura scritto nella cronistoria della città ai piedi delle mura. Ma di tracce etrusche non non ne sono state trovate. Io che amo la nostra storia, noto invece l'insediamento venetico di Mel, col suo cimitero paleoveneto e le tombe monumentali ad incinerazione a pochi chilometri dal nostro borgo illustre.
Noto anche che Feltre contiene, come Obterg (Oderzo), Targeste (Trieste)le lettere TR che rimanda all'antico termine slavo TRST ossia mercato. E Feltre per la sua posizione geografica, era nata per quello scopo.
La visita è partita, non poteva esser altrimenti, dalla "Porta Imperiale" che deve il suo nome all'aspetto elegante ed imponente, vero biglietto da visita del centro storico, ricostruito dalle ceneri degli edifici bruciati dall'austriaco Massimiliano II, che mise a ferro e fuoco la città, i cui abitanti che avevano osato resistergli, fedelissimi a Venezia, durante la guerra di Cambrai.
A destra si vedevano bene le mura veneziane, costruite però dopo il terribile sacco del centro veneto. A sinistra si è sviluppato poi il vero centro cittadino con negozi sulla via principale.
Alla fine di via Mezzaterra di colpo si resta attoniti tanta è la bellezza di piazza Maggiore, piena di luce, ribattezzata (che mancanza di stile) piazza Vittorio Emanuele II deturpando così anche la facciata del palazzo dell'offizio della Sanità veneto, con la scritta originale ancora presente.
Dell'origine della antichissima cittadina si sa poco: alcuni feltrini fantasticano sull'origine etrusca, e così viene addirittura scritto nella cronistoria della città ai piedi delle mura. Ma di tracce etrusche non non ne sono state trovate. Io che amo la nostra storia, noto invece l'insediamento venetico di Mel, col suo cimitero paleoveneto e le tombe monumentali ad incinerazione a pochi chilometri dal nostro borgo illustre.
Noto anche che Feltre contiene, come Obterg (Oderzo), Targeste (Trieste)le lettere TR che rimanda all'antico termine slavo TRST ossia mercato. E Feltre per la sua posizione geografica, era nata per quello scopo.
La visita è partita, non poteva esser altrimenti, dalla "Porta Imperiale" che deve il suo nome all'aspetto elegante ed imponente, vero biglietto da visita del centro storico, ricostruito dalle ceneri degli edifici bruciati dall'austriaco Massimiliano II, che mise a ferro e fuoco la città, i cui abitanti che avevano osato resistergli, fedelissimi a Venezia, durante la guerra di Cambrai.
l'inizio delle mura veneziane, sormontate poi da un bel palazzo in stile neoclassico |
A destra si vedevano bene le mura veneziane, costruite però dopo il terribile sacco del centro veneto. A sinistra si è sviluppato poi il vero centro cittadino con negozi sulla via principale.
Il resto della difesa era affidato alla "collina delle capre" un bastione naturale abbastanza scosceso da svolgere una funzione di baluardo.
Varcando la porta monumentale ti trovi subito di fronte a due strade che percorrono parallele la città antica: via Mezzaterra, con i suoi palazzi patrizi, con qualche resto di affresco delle facciate un tempo tutte dipinte, e via "del Paradiso" che portava un tempo alla sede vescovile. Eh si, la piccola Feltre aveva addirittura un vescovo conte e faceva ombra alla vicina Belluno in quanto ad importanza.
Consiglio una visita al palazzo vescovile: la sala delle riunioni e cerimonie, prima del dominio veneziano, lo merita, specialmente la scala che portava agli Uffici del vescovo, con gli affreschi che riproducono in effigie i lanzichenecchi che gli facevano da body guard.
palazzo del vescovo oggi museo diocesano |
Eccovi la piazza col leone e i monumenti a Panfilo Castaldi (che contende a Gutemberg l'invenzione della stampa a caratteri mobili a quanto pare) e al frate Bernardino Tomitano, il quale diffuse i primi banchi dei pegni per aiutare i poveri a ottenere dei prestiti senza interesse alcuno.
Proprio in cia delPardiso è conservato il primo banco dei pegni, dentro a una piccola chiesett, con una cassaforte originale del Rinascimento. Una meraviglia.
Il palazzo bugnato sede del governo veneto è un gioiello unico, col suo porticato ancor pieno di scritte che inneggiano a questo o quel rettore veneziano.
Due monumenti, dedicati a due ammiragli veneti,che ho potuto identificare tempo fa con assoluta certezza attendono almeno una targhetta che renda nuovamente onore ai nostri Eroi. Uno è Lodovico Flangini, caduto in battaglia nel 1717, l'altro è il suo comandante supremo Andrea Pisani. Qui ne parlai ampiamente: /flangini-e-pisani-due-eroi-veneziani.html
Bene mi fermo qui,eh.. ci sarebbe da scrivere ancora moltissimo, sull'altra porta (porta Oria).le chiese, i palazzi (quello a forma di galea, ad esempio).. il Duomo e gli scavi sottostanti del quartiere di epoca romana, ma con l'amica polacca Agnese proseguiremo magari tra un paio di mesi il nostro percorso tra i secoli e i millenni della nostra storia, attraverso le vie della stupenda cittadina.
Eccoci qua con la nostra ospite polacca: Agniewska Micek Ivon, innamorata della storia dei Veneti come tanti nel monto intero.
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