UN VENEZIANO IN PELLEGRINAGGIO A PERASTO

Francesco Ceselin in visita e Perasto mi ha commosso con queste righe scritte intingendo la penna nel calamaio del cuore:



Una giornata calda, afosa. Il cielo è di un azzurro intenso. 
Vicino alla riva l’acqua è cristallina, ma diventa improvvisamente scura man mano che si va verso il largo, verso le isole di San Giorgio e della Madonna dello scalpello. 


Le antiche dimore della famiglie perastine s’innalzano bianche, possenti lungo la riva e sulle pendici del rilievo che incorona la città, mentre piccoli moletti si protendono verso il mare a continuare un legame antico mai rinnegato. 


I palazzi spigolosi, massicci, rendono bene il carattere dei loro antichi proprietari, mentre le pietre con cui sono stati costruiti riflettono verso il mare la luce già intensa del sole.
Al Museo navale sono custoditi i ritratti di alcuni di questi uomini: volti di marinai, mercanti, guerrieri. Sotto i loro ritratti sono esposte le loro schiavone, le spade che li hanno accompagnati nel corso della loro vita. 

Tutto dà la sensazione di esser capitati in un luogo di gente dura, sicuramente ardita e spregiudicata. Ma fedele ai patti e agli accordi. 


Una fiducia reciproca che convinse la Repubblica a farne la gonfaloniera: a questa Comunità venne affidato l’onore di custodire in pace la bandiera di guerra della flotta che, in caso di eventi bellici, un corpo scelto di dodici perastini aveva il compito di difendere a bordo della nave ammiraglia. 
Un onore ben meritato: a Lepanto ne caddero otto su dodici.


Son passati 220 anni dalla caduta della Repubblica e il mondo è profondamente cambiato ma, ciò nonostante, gli antichi legami con Venezia sono ancora ben visibili nonostante una patina turistica che sembra avvolgere la città. ...


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