IL REGOLAMENTO E LE MUTANDE DEGLI OFFIZIALI VENETI


SONO STATO ACCUSATO!.
Sono stato accusato ingiustamente, da uno storico friulano (furlan) mio amico, passato fin dalla gioventù al soldo di Napoleone, di avere un debole per il prosecco (mole li bevi, moeghe de bevàr), tanto da non afferrare a un certo punto della sbronza, neanche quello che leggo. Questo a proposito della biancheria intima degli ufficiali veneti, mutanda compresa. Che erano turchine, come le calze 
Lo afferma un certo Federico Paleologo Oriundi, che nel 1912, pubblicò in contemporanea Barbarich (che si occupò dell'esercito anche egli, durante l'invasione francese) un'opera che riguardava l'arruolamento della truppa Corsa nella Fanteria Italiana al soldo di san Marco. Egli si basa in genere su fonti d'archivio, ancor oggi reperibili, specie dopo che i documenti sottratti da Napoleone furono restituiti su richiesta austriaca.
Eccovi allora riprodotta la pagina incriminata: nelle ultime righe troverete quanto da me fedelmente riportato.

E quindi caro Paolo Foramitti, direi che per un buon furlan, a proposito del bere... vale il motto latino "Medice, cura te ipsum!". 
A noi il prosecco, a voi il tocai 😃😎
A parte la celia vi inviterei a consultare questo volumetto prezioso, specie se doveste cimentarvi nella ricostruzione delle ultime uniformi dell'esercito veneto. Chi fosse interessato mi contatti. 

Commenti

  1. A proposito del motto latino.
    Chi non si ricorda quell'ostaria a Udine chiamata "LO SPEZIER DEI SANI"

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