A VENEZIA L'ULTIMO CONCLAVE FUORI ROMA



....Dove fu eletto il nuovo papa, dopo che l'altro era morto, prigioniero di Napoleone. Una delle tante nefandezze di cui si macchiò il corso.

L'abazia che lo ospitò trabocca di opere d'arte: da Vittore Carpaccio, a Sebastiano Ricci, al Tintoretto.
 Sotto la tutela del Sacro Romano Imperatore austriaco, in una sala adiacente la chiesa al primo piano, alla fine del 1799 una trentina dei quarantasei cardinali si riuniscono per l’ultimo conclave svoltosi a tutt’oggi fuori dalle mura vaticane. 
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La stanza originariamente fu costruita come coro notturno del monastero, luogo in cui, in ossequio alla tradizione benedettina, i monaci si riunivano in preghiera dopo la mezzanotte. Questo spazio è passato alla storia per il conclave del 1800, nel quale fu eletto al soglio pontificio il benedettino Barnaba Chiarimonti, romagnolo, col nome di Pio VII. 
Interessante notare come sui ‘quadretti’ inchiodati ai seggi del coro sono riportati i nomi di ciascun cardinale presente all’elezione del Chiaramonti.

 

L’altro punto di fondamentale interesse all’interno della sala è costituito dal San Giorgio che uccide il drago di Vittore Carpaccio, realizzato nel 1516. Di pregevole fattura e vivo interesse è l’Albero della religione benedettina di Antonio Vassillacchi (1591) composto proprio come un albero genealogico dell’ordine benedettino, alla cui radice si trova san Benedetto con la Regola e il pastorale tra le mani, mentre degno di nota è l’organo da camera costruito nel 1733 tuttora funzionante.
 

La disposizione dei protagonisti della tela di san Giorgio è ispirata ad un lavoro sullo stesso soggetto realizzato dal Carpaccio nel 1507 per la Scuola di San Giorgio degli Schiavoni. Sono inoltre presenti riferimenti alla storia del monastero.

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