FORNO DI ZOLDO E LE SUE FUCINE


I chiodi che tengono ancora assieme qualche mobile veneto antico li fabbravano i zoldani, in Cadore. ma non solo chiodi, dal 1.600 in poi anche le lame delle famose spade schiavone, il più celebre fu un certo "Ferara" (così firmava la lama) che poneva anche una testa di lupo come marchio. Ma è un argomento di cui vi ho parlato più volte. Eccovi la storia di Forno di Zoldo raccolta da Antonella Todesco. 

Forno di Zoldo, For, in Ladino, deve il suo nome alla presenza di forni e fucine per la lavorazione del ferro. Si suppone che il territorio della Val Zoldana fosse abitato da colonie di antichi Veneti ma non ci sono prove concrete...Nel 1508 gli abitanti di Forno si unirono a Venezia nel combattimento contro la Lega di Cambrai e sotto il dominio della Serenissima la vallata divenne prospera grazie al commercio del legno che forniva l' arsenale, le palafitte che costituivano le basi per i palazzi veneziani e alle fucine dove si producevano chiodi (Negun fea ben ciodi come in Zoldo).

Nel 1848 Forno di Zoldo si sollevò contro l occupazione austriaca (gli austriaci non riuscirono mai ad occupare il comune).Gli Zoldani deposero le armi solo quando tutto il Cadore fu occupato ma in molti accorsero alla difesa di Venezia.
Nel 1866 Forno divenne comune del regno d Italia e poco dopo venne meno l attività Delle miniere e delle fucine cosí gli abitanti dovettero emigrare per trovare lavoro. Durante la prima guerra mondiale la Vallata subì l' occupazione austriaca sino alla "liberazione" del 3 novembre 1918.



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