VENEZIA IN GARA CON BARI, PER S.NICOLA
Se i veneziani fossero arrivati prima dei baresi a Myra per salvare le spoglie del santo
Nonostante siamo in agosto e ben lontani dalla data in cui si celebra la ricorrenza del santo, 6 dicembre o l'8/9 maggio in alcune località, mi piace ricordare il legame esistente tra Venezia e Bari già prima dell'anno 1000.
Dal sacro al profano, da san Nicola a santa Klaus a Babbo Natale, essendo da sempre ritenuto il santo benefattore e protettore dei bambini. E' tra i santi più venerati nei paesi del bacino Mediterraneo e della Russia, molte località delle coste o dell'entroterra hanno una chiesa dedicata a lui e dove non ci sono quadri o statue vuol dire che sono state trafugate.
San Nicola di Myra era molto venerato a Venezia essendo il santo patrono dei marinai e della gente di mare: ai tempi della Repubblica, durante la Festa della Sensa, al termine della cerimonia dello sposalizio del Mare, la messa solenne di ringraziamento veniva celebrata proprio nell'abbazia benedettina di san Nicolò del Lido (San Nicoleto).
Chiesa di San Nicoleto al Lido di Venezia |
Noto anche come san Nicola dei Lorenesi, san Nicola Magno, san Niccolò e san Nicolò, è venerato come santo dalla Chiesa cattolica, dalla Chiesa ortodossa e da diverse altre confessioni cristiane. La sua figura ha dato origine alla tradizione di Babbo Natale, personaggio noto anche al di fuori del mondo cristiano.
I legami, più che conflitti, tra le due città di mare li ho scoperti leggendo le vicende storiche di un doge (Orseolo Pietro II°) poco celebrato dalla storiografia ufficiale marciana ma che, grazie alla sua politica (gli accordi con Ottone III°), assicurò la fedeltà dei territori dell'entroterra (dal bellunese al trevigiano al friuli) e portò la tranquillità e la sicurezza nell'Adriatico a partire dalle coste orientali fino a Bari. Fino al XVII° sec.le due città mantennero ottimi rapporti tanto che i mercanti veneziani ebbero i loro magazzini vicino al porto e da cui partivano carichi di vino e di grano per il nord. Qui si fermavano parte delle spezie che portavano dall'oriente che i mercanti pugliesi poi smistavano nelle città del centro Italia.
Myra, rovine della città nella Turchia meridionale |
Era il 1087 e le due città, dirette concorrenti nei traffici marittimi con il medio-oriente, secondo la tradizione popolare, misero in mare le proprie navi per "mettere in salvo" le relique di Nicola che si trovavano nella cattedrale di Myra in Turchia meridionale, quando questa cadde in mano mussulmana.
Giunse per prima la spedizione barese composta da 62 marinai, cui oggi è dedicata una delle piazze della città vecchia, i quali si appropriarono dei frammenti ossei più grandi.
Resti della tomba che la credenza popolare attribuisce a quella di san Nicola |
In seguito i veneziani recuperarono, quelli che secondo la tradizione popolare erano i frammenti più piccoli che comunque costituivano circa metà dello scheletro del santo e furono portati nell'abbazia di San Nicolò al Lido di Venezia. Dove finiva la laguna ed iniziava il mare aperto.
Il diritto al possesso delle reliquie di san Nicola è stato a lungo conteso tra Venezia e Bari fino al 1992 quando una commissione pontificia stabilì che le reliquie rimanessero divise fra le due città.
E' venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che dalla Chiesa ortodossa.
Dalle ossa del santo, quando il 9 maggio a Bari viene aperto il foro della teca in cui sono racchiuse, sgorga un’acqua che i laboratori di chimica affermano di particolare purezza.
A testimonianza dei rapporti esistenti tra baresi e veneziani già all'inizio del 1000 non abbiamo solo la curiosa coincidenza per i santi onorati, oltre a san Nicola anche san Marco, ma pure fatti di cronaca e di storia.
Bari, chiesa di san Marco dei Veneziani |
Nella parte più antica della città, quella detta Barivecchia, ubicata in vico San Marco, c'è la chiesa di San Marco dei Veneziani. Non esistono documenti che ne chiariscano le sue origini.
La sua costruzione viene fatta risalire dal Beatillo (storico e teologo del XVII° sec) al 1002-1003, eretta per celebrare la liberazione di Bari dai Saraceni ad opera del doge Orseolo Pietro II°.
Bari, basilica di san Nicola |
Secondo gli storiografi del tempo, il Doge nel 1003 guidò una flotta contro i Saraceni che avevano cacciato i bizantini da Bari, ma che costituivano un pericolo per le navi veneziane dirette in Oriente; la spedizione avvenne tra il 10 agosto e il 6 settembre e fu lo stesso doge a comandarla, costringendo gli avversari ad abbandonare il campo. Comunque l'operazione più importante per assicurarsi la tranquillità di navigazione nell'Adriatico, l'aveva compiuta nell'anno 1000 che alla guida di una flotta salpò alla volta delle coste istriane e dalmate, toccando i principali centri altoadriatici. Da Grado a Pola, Cherso, Veglia e fino a Zara fu una passeggiata trionfale, segnata dal giuramento di fedeltà di popolazioni vessate dalle discordie tra il re croato Svetislavo ed il fratello Cresimiro "Surigna".
Da Zara la flotta veneta si spinse fino a Spalato, Ragusa, Curzola, incontrando resistenza solo nell’isola di Lagosta, che fu conquistata dopo una dura battaglia con i Saraceni.
Bari, chiesa di San Marco dei Veneziani |
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