'Sa sucede in Catałògna? Nove punti par capir
Tutto il mondo sta guardando cosa succede in Catalogna/Catalunya, ma le realtà fortemente identitarie - come Fiandre, Sardegna, Veneto - hanno particolare interesse a capire cosa sta succedendo. La situazione riassunta in nove punti.
- Come xełi rivai a sto ponto cuà? La Catalogna ha sempre avuto una forte identità in termini di lingua, storia, letteratura. Ci sono molti partiti territoriali. Il nuovo Statuto d'Autonomia (lo statuto regionale) catalano - approvato nel 2006 dalla popolazione con referendum, promulgato dal Re ed entrato in vigore - è stato limitato e "ritagliato" dai giudici spagnoli che nel 2010 hanno annullato molti articoli e modificato molti altri. La Catalunya dunque è l'unico paese europeo democratico il cui statuto regionale è di fatto legiferato dai giudici anziché dagli organi legislativi appositi. Questo ha aumentato la voglia di indipendenza.
Autorità spagnole denunciano per sedizione le manifestazioni pacifiche del 20/9 (TvCatalunya) |
- Chi xełi i independentisti? Dalle ultime elezioni, il Parlamento catalano ha una maggioranza indipendentista formata da partiti di sinistra, democristiani e liberali che hanno stipulato coalizioni (Junts pel Si) e accordi parlamentari (con la CUP) per portare avanti trasversalmente il mandato indipendentista avuto dagli elettori.
- Sa dìxeła ła Costituçion? La costituzione spagnola non vieta espressamente di fare referendum. Però proclama l'unità della Spagna e assegna alle Forze Armate il compito di difendere l'integrità territoriale. Interpretando la legge in modo restrittivo, si può dunque dire che il referendum non va fatto perché se vincesse il SI sarebbe in contrasto con la costituzione.
- Ła sospension. Il Tribunale Costituzionale spagnolo non ha dichiarato illegale il referendum. L'ha sospeso: in pratica, non è illegale ma non si fa. Il governo spagnolo vuole applicare la sospensione che impedisce il referendum.
- Un scontro fra democraçia e łèje. Il nodo della questione, dunque, è uno scontro fra democrazia e legge. Uno scontro fra autorità catalane «misuriamo la maggioranza prima di decidere» e autorità spagnole «applicare la legge; la legge sospende il voto; quindi non si vota». Il governo catalano ha deciso di proseguire.
- Che situaçion ghe xe dèso? Per applicare la legge, le autorità spagnole hanno attivato diverse misure: bloccato le finanze catalane, sia regionali che locali e perfino dei centri di ricerca, assumendone il controllo; sequestrato urne e schede elettorali; indagato più di 700 sindaci regolarmente eletti; arrestato 14 alti funzionari regionali catalani; ordinato alle poste di non recapitare materiale, censurando nei fatti anche riviste di lunga tradizione; ordinato la chiusura di siti web e mandato avvisi a diverse redazioni tv e giornali; circondato con le camionette la sede di un partito (regolare) indipendentista. Dopo gli arresti in massa dei funzionari regionali la gente è scesa in piazza ma senza scontri fin'ora; diverse associazioni di categoria si sono dette favorevoli al diritto di decidere e addirittura i monaci e le monache della Catalogna hanno fatto un appello per la libertà di voto.
- E 'l rèsto de ła Spagna? Diversi parlamentari a Madrid si sono espressi contro queste decisioni e il governo spagnolo ha perso una mozione di sostegno. Inoltre diverse Regioni spagnole si sono spaventate di fronte alla
piega restrittiva degli eventi: nei giorni scorsi ci sono state
manifestazioni pro-voto nei Paesi Baschi, le Baleari, Valencia,
l'Andalusia e addirittura a Madrid.
- Violenza necessaria? Per le autorità spagnole le manifestazioni pacifiche sono «sedizione» (ribellione). Il governo spagnolo ha inviato in Catalunya rinforzi di Polizia e Guardia Civil via terra e via mare con due navi stazionate davanti ai porti di Barcellona e Tarragona, ufficialmente per «aiutare» la polizia catalana di fronte a queste «manifestazioni tumultuarie». Tuttavia non ci sono tumulti. La polizia locale catalana ha detto che rifiuta ogni ingerenza del governo spagnolo perché fin'ora le manifestazioni sono pacifiche. Se non c'è violenza il governo spagnolo non può motivare il dispiegamento di forze necessarie a bloccare il referendum. Per mandare in campo i rinforzi da Madrid ed esautorare la polizia locale catalana è necessario che scoppino scontri.
- Chi xeło che deçide? In
democrazia le leggi le fa la maggioranza ma in questo caso sono in gioco due maggioranze...a
livello di Spagna la maggioranza non vuole distacchi, mentre in
Catalunya una buona parte della gente vuole il distacco. Quanta gente? Bisogna misurare la volontà dei Catalani, ecco perché il
referendum. Se vince il SI si dovrà trovare un qualche accordo, se vince
il NO non si pone il problema. Ma per saperlo serve il voto.
- Ła sospension. Il Tribunale Costituzionale spagnolo non ha dichiarato illegale il referendum. L'ha sospeso: in pratica, non è illegale ma non si fa. Il governo spagnolo vuole applicare la sospensione che impedisce il referendum.
- Un scontro fra democraçia e łèje. Il nodo della questione, dunque, è uno scontro fra democrazia e legge. Uno scontro fra autorità catalane «misuriamo la maggioranza prima di decidere» e autorità spagnole «applicare la legge; la legge sospende il voto; quindi non si vota». Il governo catalano ha deciso di proseguire.
- Che situaçion ghe xe dèso? Per applicare la legge, le autorità spagnole hanno attivato diverse misure: bloccato le finanze catalane, sia regionali che locali e perfino dei centri di ricerca, assumendone il controllo; sequestrato urne e schede elettorali; indagato più di 700 sindaci regolarmente eletti; arrestato 14 alti funzionari regionali catalani; ordinato alle poste di non recapitare materiale, censurando nei fatti anche riviste di lunga tradizione; ordinato la chiusura di siti web e mandato avvisi a diverse redazioni tv e giornali; circondato con le camionette la sede di un partito (regolare) indipendentista. Dopo gli arresti in massa dei funzionari regionali la gente è scesa in piazza ma senza scontri fin'ora; diverse associazioni di categoria si sono dette favorevoli al diritto di decidere e addirittura i monaci e le monache della Catalogna hanno fatto un appello per la libertà di voto.
Na manifestaçion a Bilbao a favor del referèndum catałan (foto EFE - eldiario.es) |
- Violenza necessaria? Per le autorità spagnole le manifestazioni pacifiche sono «sedizione» (ribellione). Il governo spagnolo ha inviato in Catalunya rinforzi di Polizia e Guardia Civil via terra e via mare con due navi stazionate davanti ai porti di Barcellona e Tarragona, ufficialmente per «aiutare» la polizia catalana di fronte a queste «manifestazioni tumultuarie». Tuttavia non ci sono tumulti. La polizia locale catalana ha detto che rifiuta ogni ingerenza del governo spagnolo perché fin'ora le manifestazioni sono pacifiche. Se non c'è violenza il governo spagnolo non può motivare il dispiegamento di forze necessarie a bloccare il referendum. Per mandare in campo i rinforzi da Madrid ed esautorare la polizia locale catalana è necessario che scoppino scontri.
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