I CONSUMATORI A VENEZIA
I CONSUMATORI A VENEZIA, scripta manent
Il consumatore a Venezia era tutelato da regole incise su pietra ed esposte in luoghi pubblici!
Il prestigio di Venezia era dato dalla credibilità dei suoi mercanti, dall’abilità dei suoi comandanti delle navi, dalla qualità dei propri artigiani: per queste caratteristiche la Serenissima promulgava leggi precise e inderogabili a tutela della sua potenza e del fascino che esercitava sugli altri stati europei. Non a caso il veneziano era diventato la lingua ufficiale degli ambasciatori nelle corti europee e del bacino mediterraneo.
I controlli del commercio interno venivano effettuati in base a regole ben precise, sempre a tutela dei cittadini-consumatori. Per esempio la lavorazione dell’oro ed il suo commercio erano continuamente controllati da ispettori che verificavano sia il titolo dei metalli preziosi che la qualità delle lavorazioni contro possibili truffe; insomma un processo di qualità, una sorta di protezione del consumatore dagli artigiani disonesti, in questo modo veniva favorita la categoria a realizzare prodotti sempre di alta qualità.
Le regole che riguardavano la vita quotidiana dei veneziani e dei consumatore venivano scritte sulla pietra per ribadire che prima di tutto c'era il rispetto verso i cittadini.
Al mercato del pesce di Rialto, è ancora visibile una lapide su cui sono scritte le misure minime, il tipo ed il prezzo dei pesci più venduti; in questo modo veniva salvaguardata la pesca, il cittadino-consumatore e, contemporaneamente, si uniformava il prezzo. Altre lapidi di questo tipo sono ancor oggi leggibili in campo Santa Margherita ed in fondamenta della Tana a Castello.
Sulla facciata della più antica chiesa, San Giacomo di Rialto fatta risalire al V° sec.d.c., c'è una lapide del ‘200 a forma di croce con un'iscrizione con cui si raccomanda al mercante l’onestà, l’esattezza dei pesi e la lealtà dei contratti.
Nei pressi del campo SS. Apostoli c'è una grande lapide, detta del “leone in moleca”, con cui si definivano le qualità di pane e delle farine che dovevano essere usate, così venivano stabilite regole precise per questo alimento base.
Altre targhe in pietra vennero quindi utilizzate anche per la vita morale dei cittadini, esortando a non bestemmiare, non dimentichiamo che la Serenissima era di matrice cattolica, ma il suo governo era laico! Ciò era mal sopportato dal Vaticano e dal Papa.
E’ sorprendente nel rileggere quelle imposizioni quanto la Repubblica fosse attenta al suo ambiente, alle particolarità della sua terra e ai suoi cittadini, i quali accettavano di buon grado leggi e regole che potevano garantire un vivere equilibrato e sano, dove non era permesso imbrogliare gli altri!
Bassorilievo, Pietra d'Istria, cm. 50x50. Bocca di leone.
Scritta: DENUNCE CONTRA LA SANITA' / PER IL SESTIER / DE OSSO DURO. Zattere ai Gesuati, Convento dei Gesuati
Grazie per l'interessantissimo articolo! Volevo solo far presente che la bocca di leone "contro gli usurari" si trova in realtà a Verona in Piazza dei Signori 5.
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