Impiraresse, un mestiere quasi scomparso
IMPIRARESSE, un mestiere quasi scomparso
Tre generazioni di impiraresse al lavoro in calle, anni '50
Impiraresse a Castello inizi anni '60
Nel Millequattrocento o forse prima, i produttori di perle di vetro a Murano svilupparono un'attività che impiegò fino alla metà del Novecento quasi due milioni di veneziane: infilare le perle.
Il mestiere della impiraressa, termine veneziano che deriva dal verbo impirar ovvero infilare, era svolto esclusivamente da donne di ogni età, davanti alla porta della loro casa e fino agli anni sessanta si potevano vedere soprattutto nel Sestiere di Castello.
Un mestiere dove il confine tra arte ed artigianato era talmente sottile che in certi casi scompariva.
Tra "ciacole da done" e piccanti commenti sui passanti le impiraresse immergevano ritmicamente e velocemente gli aghi nella sessola (una scatola di legno ricurva) che conteneva le perline colorate per poi formare le mazzette. Le più abili tenevano in mano a ventaglio fino a 120 aghi (agàda) da cui si dipanavano i lunghi fili di lino.
Quello dell’impiraressa era uno dei lavori femminili più diffusi nella città lagunare, solo nel centro storico a metà Ottocento ce n'erano più di 2.000. Si racconta ancora tra le anziane che all'inizio del Novecento ci fossero a Venezia ben 5.000 impiraresse a mantenere vivo il mercato delle perline di conteria.
Era anche uno dei lavori a domicilio meno pagati ma permetteva alle donne di svolgere le tradizionali funzioni domestiche, senza stravolgimenti ai ritmi e ai legami familiari.
Il classico lavoro fatto per arrotondare l'economia familiare senza spostarsi da casa.
Era organizzato dalle mistre (le impiraresse più anziane e con più esperienza), intermediarie tra la vetreria (conteria) e le lavoratrici. Lo sfruttamento della manodopera femminile iniziava verso gli otto anni e proseguiva fino a tarda età, quando i reumatismi alle mani non ne bloccavano le articolazioni.
Tre generazioni di impiraresse al lavoro in calle, anni '50
Impiraresse a Castello inizi anni '60
Le Conterie a Murano, oggi non ci sono più, come quei due mastri vetrai (detti tiracanna) che prendevano una palla di vetro infuocato, poi si mettevano a correre in direzione opposta per 100 metri; alla fine appoggiavano sul pavimento di legno questo lungo spaghetto bucato e colorato. Quindi veniva tagliato a pezzettini piccoli piccoli per creare le perline.
I tiracanna di una Conteria, da una stampa del 1600 circa
Impiraresse al lavoro in una Conteria all'inizio del '900
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