COME MANGIAVAMO (E BEVEVAMO) 3000 ANNI FA. LA CUCINA DEI VENETI.
Oliviero Toscani mi sa che ha ragione: amanti del vino fin dall'alba dei tempi. Forse per dimenticare personaggi come lui. Ma prima di passare ai vini, parliamo un po' del cibo, seguendo questa volta Piero Favero. Ecco quanto ci racconta e che provo a riassumere infiorando qua e la di cose mie.
Come pesce di gran lunga preferito era il go o ghiozzo pescato d'inverno nelle acque della laguna, assiema al bisato (anguilla) di cui non si buttava niente. Con la pelle si costruivano le corde degli archi e i legacci per le scarpe.
Nei banchetti rituali, al solstizio d'autunno, posto d'onore era riservato all'anatra, animale sacro, perchè unisce l'acqua, alla terra e al cielo. L'anatra ancora oggi, viene fatta ingrassare durante la primavera e l'estate. goto de vin anche quando faceva il bucato, faceva lo stesso e ci invitava tutti, nuore e nipoti, a casa per il banchetto. In occasione della sagra del paese, che riprendeva anche essa riti antichissimi. Non dimentichiamo che a Camin, vicino a Noventa, vi era una necropoli paleoveneta.
Si consumava anche la carne di manzo, pecora e selvaggina, e formaggi freschi, tipo la ricotta di oggi. Il pane era fatto con grano semi integrale mischiato a miglio e farro e si presentava come una focaccia poco lievitata o come piadina. La verdura era costituita da piselli, lenticchie e fave. Il resto era da venire. Molto apprezzate le nocciole assieme all'uva.
Dall'uva passiamo per forza al vino, di cui i Veneti erano grandi estimatori, tanto che uno storico latino diceva che avevamo delle botti "grandi come case" forse esagerando un po'...
Nelle raffigurazioni delle situle venete si vedono uomini e donne alzare i calici in segno di brindisi o di offerta agli Dei. Fin dal VII secolo a.C. era in uso il celebrato vino retico, prodotto in Reitia (era il nome di una provincia dell'Impero romano, comprendente i ... dell'Austria occidentale e del versante alpino italiano, corrispondenti all'omonima regione storica che deve il suo nome all'antico popolo dei Reti.)
L'acinatico invece era un vino dolce, servito speziato e diluito con acqua, che possiamo considerare l'antenato del Recioto.
Plinio il Vecchio metteva al primo posto i vini della foce del Timavo che potrebbero essere all'origine dell'odierno prosecco tramite il Pucinum o Puxinum (assonanza straordinaria).
Qui cresce il vin Pocinum,ora chiamato Prosecco, assai celebrato da Plinio.
Come pesce di gran lunga preferito era il go o ghiozzo pescato d'inverno nelle acque della laguna, assiema al bisato (anguilla) di cui non si buttava niente. Con la pelle si costruivano le corde degli archi e i legacci per le scarpe.
Nei banchetti rituali, al solstizio d'autunno, posto d'onore era riservato all'anatra, animale sacro, perchè unisce l'acqua, alla terra e al cielo. L'anatra ancora oggi, viene fatta ingrassare durante la primavera e l'estate. goto de vin anche quando faceva il bucato, faceva lo stesso e ci invitava tutti, nuore e nipoti, a casa per il banchetto. In occasione della sagra del paese, che riprendeva anche essa riti antichissimi. Non dimentichiamo che a Camin, vicino a Noventa, vi era una necropoli paleoveneta.
Si consumava anche la carne di manzo, pecora e selvaggina, e formaggi freschi, tipo la ricotta di oggi. Il pane era fatto con grano semi integrale mischiato a miglio e farro e si presentava come una focaccia poco lievitata o come piadina. La verdura era costituita da piselli, lenticchie e fave. Il resto era da venire. Molto apprezzate le nocciole assieme all'uva.
Dall'uva passiamo per forza al vino, di cui i Veneti erano grandi estimatori, tanto che uno storico latino diceva che avevamo delle botti "grandi come case" forse esagerando un po'...
Nelle raffigurazioni delle situle venete si vedono uomini e donne alzare i calici in segno di brindisi o di offerta agli Dei. Fin dal VII secolo a.C. era in uso il celebrato vino retico, prodotto in Reitia (era il nome di una provincia dell'Impero romano, comprendente i ... dell'Austria occidentale e del versante alpino italiano, corrispondenti all'omonima regione storica che deve il suo nome all'antico popolo dei Reti.)
L'acinatico invece era un vino dolce, servito speziato e diluito con acqua, che possiamo considerare l'antenato del Recioto.
Plinio il Vecchio metteva al primo posto i vini della foce del Timavo che potrebbero essere all'origine dell'odierno prosecco tramite il Pucinum o Puxinum (assonanza straordinaria).
Qui cresce il vin Pocinum,ora chiamato Prosecco, assai celebrato da Plinio.
Commenti
Posta un commento