I nizioleti, girar par Venessia col naso in sù

I nizioleti, girar par Venessia col naso in sù Grazie ai "nizioletti", targhe dipinte sui muri, si possono scoprire dove lavoravano, come vivevano o come si divertivano i veneziani.
Solo in una città così particolare si può trovare un rettangolo di calcina bordato di nero che indica a caratteri bodoniani dove siamo. Non è un cartello ma una pittura a parete, fatta a mano direttamente sugli intonaci e sui muri delle case. I nizioleti ovvero lenzuolini, non sono altro che indicazioni toponomastiche e ci raccontano la storia del luogo con tutti i mestieri, dai più umili ai più ricchi, che caratterizzavano quel posto. Non c’è campo, campiello, calle, rio terá, corte, sottoportico, fondamenta, salizzada che non racconti con il toponimo un pezzettino di vita di qualche secolo fa.
Può sembrare uno scherzo volgare ed un po' pesante se vi suggeriscono di fare questo percorso: calle della Fava, poi ponte delle Tette passando per la fondamenta della Donna Onesta, senza trascurare il Casin dei nobili per arrivare alla meta finale: calle Amor degli Amici! Se una fondamenta aveva un magazzino dove si commerciava l'olio d'oliva che arriva dal Sud si poteva chiamare "riva de l'ogio", esiste ancora oggi nei pressi del mercato del pesce a Rialto.
Naranzeria (dove venivano conservati gli agrumi). Ruga dei Oresi (la strada dove si trovavano gli orefici). Le Frezzerie era la zona dove, dal Quattrocento, venivano prodotte e vendute le frecce. Il Sotoportego dei Tagiapiera per la presenza di botteghe degli scalpellini professionisti. La Calle dell’asèo, prende il nome da un’antica fabbrica di aceto. Il Rio terà dei assassini, dove avvennero diversi omicidi compiuti grazie ai tanti angoli bui e nascosti della calle. Pensando ai mestieri troviamo le calli del Forner, del Squero, alla Frezzeria, alla Casselleria, alla Spadaria, alla Fiubera, ai Lavraneri o al Tentoro, agli Avvocati, agli Orafi e ai Pittori. La suggestiva Calle Stretta, larga solo 65 cm, si trova in S.Croce mentre altre, lunghe di nome e di fatto, come la Calle Lunga Santa Maria Formosa o la Calle Lunga San Barnaba.
Oggi, oltre ai nizioleti toponomastici, ci sono le indicazioni con le direzioni più richieste dal turista, cioè delle frecce che indicano la direzione per la stazione dei treni, Piazzale Roma, Piazza San Marco o l’imbarcadero più vicino.
Non mancano quelli che indicano il nome del sestiere, uno dei sei quartieri in cui Venezia è suddivisa, tre per ogni sponda del Canal Grande, e quelli della parrocchia della zona. Dietro ai nizioleti si nascondono storie vere e leggende come la riva di Biasio, dove l’osteria di Biagio Furlàn o Cargnìel (in veneziano entrambi stanno per fiulano) si servivano zuppe di carne fatte con i bambini uccisi. Un avventore si trovò nel piatto una falange con tanto di unghia. Biagio venne prima torturato e poi ucciso. Ancora oggi quando passo per la riva penso alla storia del maniaco che mi raccontava mio nonno.
Storie di letterate, nobili, popolane, artigiane o dogaresse sono scritte sui muri. Già perché a Venezia le donne sono sempre state ricordate per i loro meriti e per quello che hanno fatto e lasciato. Ponte dea Dona Onesta, Calle delle Boccole, Convento de le Terese, Fondamenta delle Penitenti, Calle de le Pazienze e Fondamenta delle Capuccine o il Rio Terrà de le Carampane.
L'esempio più famoso di rio terà è la via Garibaldi nel sestiere di Castello. Fatto realizzare da Napoleone Bonaparte per creare una strada monumentale interrando parzialmente il rio di Sant'Anna (in primo piano l'ultimo tratto scoperto verso San Pietro di Castello). A Venezia c'è una sola piazza, quella di San Marco ed una via (era un canale, interrato nell'800, via Garibaldi nel sestriere di Castello). Oltre alle calli (strade) a Venezia troviamo: le rughe (dal francese “rue”), strade caratterizzate da negozi ed abitazioni(Ruga Bella); le salizade (calli lastricate ai tempi in cui esistevano i campi coltivati e la città non era ricoperta dai masegni, lastre di trachite euganea); i campi (in origine piccoli spiazzi d'erba coltivati ad orto, dove pascolavano mucche e pecore o si svolgevano giochi e gare) e i campielli. Inoltre le corti, piccoli campi con un’unica via d’accesso; la crosera, incrocio di una calle principale con calli minori; la piscina era una zona, in seguito interrata, dove si poteva fare il bagno o pescare ; il paludo area bonificata; il fondaco era un edificio utilizzato come magazzino, (un esempio quello dato a commercianti stranieri come il Fontego dei Tedeschi, vicino al ponte di Rialto; la lista era invece una strada sorta nei pressi di un’ambasciata straniera; il rio terà è un ex canale interrato per motivi igienici o di viabilità, come spesso succedeva nell’800; il ramo è una piccola calle laterale, a destra o a sinistra, di una principale.

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