COME I VENETI INTEGRARONO I CELTI

E’ un gran dibattere , oggi, intorno al discorso dell’integrazione di masse sempre più grandi di persone di culture totalmente estranee alla nostra, o meglio, alle nostre, se consideriamo che i popoli d’Italia hanno radici diverse tra loro, multiformi e antichissime che la romanizzazione non cancellò ma in un certo senso, preservò, come scriveva ad esempio Strabone già all’epoca. Erano tutti romani, ora, ma non di meno, proprio grazie ai Romani, ancora esistevano  ANCORA Liguri, Umbri, Insubri e Veneti (Strabone, libro V).

Prima dell’arrivo dei Romani i nostri Veneti erano insidiati dai Galli o Celti, di cui condividevano molto i costumi, ma non la lingua. Il punto di incontro e non di scontro si realizzò a Verona, città anche veneta che vide un afflusso notevolissimo di Celti Cenomani (pare provenienti da Marsiglia), i quali, invece di aprire un conflitto permanente,  come accadde nel vicentino, dove tribù celtiche erano tenute a bada dall’avamposto fortificato nato sul fiume, si fusero gradatamente con l’elemento veneto, attraverso matrimoni ed accettazione della cultura veneta predominante.


 Regola prima, che oggi non viene considerata, per l’integrazione. Non fu una cosa imposta, ma certamente pacifica, nata dalle circostanze, e per i primi tempi, Veneti e Cenomani, mettevano a disposizione entrambi, nelle guerre che li videro al fianco di Roma, migliaia di cavalieri armati di tutto punto, contro gli  altri Celti e i popoli italici nemici di Roma. 

Certamente anche i Veneti assorbirono qualche cosa dai Celti come certi aspetti della religiosità (come il culto del Dio Beleno nel bellunese e ad Aquileia) ma la cultura "vincente" fu certamente quella dei nostri padri antichi. Orgogliosi della loro tradizione e identità.

E così troviamo un proiettile di un fromboliere (erano armati di micidiali fionde) arruolato come ausiliario tra i romani per la guerra italica,  firmato col nome di Obterg (Oderzo), luogo di origine del guerriero. Poi la fusione tra Celti Cenomani  e noi fu totale, e dal II secolo, si parlò genericamente di Veneti e di “angulus Venetorum” per l’attuale triveneto.

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