'Sa sucede in Catałògna? Vèrso el voto

¡ A por ellos ! , «A ciaparli!»

Mentre ieri sera 26 settembre RaiNews, dopo una breve analisi della situazione in Catalunya, si dilungava nel dilemma Catalogna indipendente: il destino del Barcelona, la situazione evolveva. Per il nostro Paexe è sempre interessante dare una breve occhiata agli sviluppi. 

Comando. Innanzitutto, con la motivazione ufficiale di "coordinare" le forze di sicurezza il Ministero dell'Interno spagnolo ha preso il comando della polizia locale catalana che normalmente risponde ad un comandante catalano. Le autorità spagnole hanno quindi ordinato che la polizia catalana sigilli i locali di seggio e impedisca l'accesso. Mentre i pompieri di Barcellona si sono subito offerti di «garantire il funzionamento pacifico dell'evento» (il referendum).


Ironia. Proprio perché non si fida delle forze catalane, il governo spagnolo sta inviando in Catalogna unità della Guardia Civil e della Policia Nacional...non si sa mai. Le navi (italiane) che ospitano le forze spagnole sono attraccate davanti ai porti catalani. Una in particolare è dipinta con immagini di cartoni animati, cosa che ha scatenato l'ironia della rete. E l'ironia è aumentata quando si è tentato di occultare le immagini con drappi neri: ora impazza il tag #freepiolin ovvero 'liberateTweety' l'uccellino giallo che dà filo da torcere a Gatto Silvestro. I Catalani poi hanno continuato lo spirito giocoso, aggirando l'ordine di chiusura dei siti referendari, aprendo un sito sulla Diada de la Música (lett. Di de ła Mùxica) dove si invitano i cittadini a recarsi nei "locali di canto" , "cantare in SI maggiore" e "depositare lo spartito nella cassetta".

«¡A por ellos!» ('A ciaparli!'): i sałuda i połiçiòti
come che i fuse drio ndar in guèra (El Mundo)
Vanno al fronte. Il fatto più eclatante di questi giorni, tuttavia, è che la Guardia Civil e la Polizia Nazionale spagnola inviate in Catalogna sono partite fra ali di folla inneggiante come se andassero al fronte. In alcuni casi esplicitamente incitate con lo slogan «A por ellos» letteralmente 'A ciaparli!' (o anche 'All'inseguimento, Fategliela vedere') come se partissero contro il nemico. 

Concetti di libertà. Di oggi 27 settembre è poi la notizia che per la Audiencia Nacional, tribunale competente su tutto il territorio della Spagna, le manifestazioni del 20 settembre - tenutesi senza scontri - sono considerabili come reato di sedizione. Secondo l'articolo 544 del Código Penal spagnolo commette sedizione chi «...si solleva pubblicamente e tumultuariamente per impedire...». Ma il 20 settembre non ci sono stati tumulti: la gente è accorsa veloce, cantando e protestando pacificamente. Se anche questo è sedizione, significa che le libertà personali in Spagna sono sempre più limitate.

Debolezza. Intanto, finché le forze di polizia vengono mandate in massa in Catalogna, il 24 settembre manifestanti unionisti di estrema destra hanno lanciato bottiglie contro la Presidente del Parlamento dell'Aragona, un'altra regione della Spagna senza che l'autorità pubblica avesse sufficienti effettivi per garantire la sicurezza. Il caos così si diffonde ad altre regioni dello Stato, mentre il governo Rajoy fatica a presentare il bilancio perché il partito basco che lo sosteneva (i Baschi non dimenticano certi sgarbi del governo centrale) sta ritirando il suo appoggio al Congresso dei Deputati.

Commenti