LA DIANA, IL RAPPELLO, IL SERRATRUPPA, IL MANUALE DEL VENETO GUERRIER

Di Ecce Leo
Avevo nel cassetto questa ricerca da mesi... finalmente ho avuto un minuto per darla alle stampe.....
Il Tamburo è un termine generico per definire uno strumento a percussione il cui il suono è prodotto percuotendo o raschiando una pelle tesa sopra un fusto.
Il nome deriva dal persiano tambûr e l'oggetto esiste nella maggior parte delle culture.
Nel mondo greco era chiamato tympanon e il nome tympanum passò ai romani. I Greci erano quindi convinti che lo strumento fosse di origine Frigia, mentre i romani pensavano che fosse di origine siriana. È probabile che i greci ne abbiano ricevuto l'uso dalle colonie dell'Asia Minore, e lo abbiano trasmesso ai romani. La pelle usata era comunemente d'asino, come ricorda anche la popolare favola di Fedro sull'asino, destinato ad essere picchiato anche da morto
da sempre lo strumento veniva usato sia per marce di guerra, sia per dare il tempo ai soldati in cammino, successivamente dal medio evo anche per dare per dare ordini in battaglia, infatti attraverso i vari colpi del tamburo, codificati, i soldati potevano così capire il comando dato anche senza aver sentito l'ordine del loro comandante.
Vediamo ora i comandi che si eseguivano con le battute del tamburo, chiamate nel gergo militare "tocchi di guerra":
La Diana 
Per far risvegliare la truppa addormentata e prendere le armi, essendo questo il momento più delicato in cui il nemico era solito far sorprese o colpi di mano, si batteva la Diana, per circa mezz’ora. Iniziava il primo tamburo o tamburo maggiore, era poi un susseguirsi di ripetizioni degli altri tamburi che rispondevano. Il rullo dei tamburi per la sveglia aveva inizio poco prima dell'aurora, all'apparire della luce solare riflessa dal pianeta Venere, detto stella Diana, da cui l'espressione "battere la Diana".
Comando: Batter la Diana, tocchi di tamburo da farsi al mattino. La battuta della Diana nelle fortezze, terminava con un colpo di cannone che serviva quale segnale per l’apertura delle porte delle difese militari o delle città fortificate. Negli scontri a fuoco si batteva sia per iniziare e finire i fuochi di moschetteria, cessava con una battuta di rullo prolungato e un tocco di bacchette.
Il Rapello
tocchi di tamburo da farsi per la chiamata delle truppe, per la riunione nel luogo destinato a tale uso. Di norma la piazza d’armi posta normalmente nelle città, fronte la Gran Guardia, ovvero il Corpo di Guardia Principale di una piazzaforte, di una città o di un campo militare, qui si concentrano i le compagnie dei reggimenti e da questa partivano gli ordini a tutti i subalterni.
FANTE VENETO ANT. 1780
Il Serratruppa
tocchi di tamburo da farsi per far prendere alle truppe la posizione di battaglia, cioè a righe serrate. Al secondo rullo/comando la prima riga non si muoveva, mentre le altre due , la seconda e la terza, si serravano alla distanza prescritta di un passo e mezzo l’una dall’altra.
La Marcia delle Bandiere 
tocchi di tamburo da farsi solo per recar le Bandiere al Reggimento o nel restituirle al Quartier del Comandante del Reggimento. Ogni Reggimento aveva la sua marcia personale chiamata anche Marcia del Reggimento. La stessa aveva molteplici scopi, da quello di radunare le bandiere, a quella di adunata, o per far marciare il Corpo.
La Generale
tocchi di tamburo da farsi per ordinare la pronta ed immediata riunione di tutte le truppe sotto le armi, ogni militare di qualunque grado deve prendere le armi e portarsi al suo posto per la battaglia.
La marcia
tocchi di tamburo con i quali si regola le diverse marce. dalla celerità delle battute si rileva se essa è ordinaria o rallentata. la marcia ordinaria si batte anche per rendere gli onori al S.S. Sacramento, al Doge e alle più alte cariche dello stato siano esse civili o militari
GRANATIERE con l'ultima uniforme
La ritirata
tocchi di tamburo con i quali si regola la retrocessione delle truppe in guerra che cercano di sottrarsi alla pressione del nemico durante una battaglia, ma anche il ritiro delle truppe nelle loro caserme, quartieri o nelle tende.
Le Verghe
tocchi di tamburo da farsi per eseguire una punizione militare, al fine di punire uno o più colpevoli, di una mancanza o un atto di insubordinazione. La punizione si svolgeva nel seguente modo: la compagnia si schierava ed ogni uomo veniva armato di una verga, il reo doveva passare tra le due ali formate dai commilitoni armati da verga, seguito da un sottufficiale armato di fucile con baionetta innestata, in modo d'empierne la retrocessione anche involontaria
oltremarino in bassa montura 
La preghiera
fatti fare due brevi rulli di tamburo si esegue il comando "la preghiera", con la quale si ordina alla truppa di prendere la posizione devota e religiosa per dirigere le proprie preci all'Ente Supremo. Il comando due volte al giorno, alle aperture delle porte delle città fortificate e alla sera dopo la rassegna delle truppe, cosa che avveniva alle ore 22.
il comando veniva eseguito davanti alla Gran Guardia e in tale occasione tutte le porte della città dovevano essere chiuse. la chiusura veniva comunicata con due rullii del comando di " marcia".
due ore dopo nelle venete fortezze davanti alla Gran Guardia, si batteva la seconda ritirata, mentre alle ore 24 risuonava il "Servach" ovvero il silenzio....
per ultimo nei veneti reggimenti erano presenti i pifferi, ma solo nella compagnia colonnella, tenete colonnella e del sergente maggiore nonché nella compagnia dei granatieri. Cosa particolare in alcune vecchie stampe che rappresentano le mostre, sono presenti anche degli oboe, strumento non inusuale nella fanteria veneta.
FONTE:
Esercizio militare dello Schulenburg 1724
Dizionario Militare 1748

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