PRIMA DI VENEZIA, BARCHE E NAVI.
Giorgio Bellavitis
Molto prima che Venezia sorgesse, ancor prima che tale parola fosse usata, si muovevano, costruivano e tenevano imbarcazioni nel suo territorio. Erano le barche dal fondo piatto, fatte dalle popolazioni venete dei fiumi e dei villaggi marittimi per transitare sui bassi fondali delle palude costiere, di cui parla Tito Livio.
Erano le navi greche e romane che imboccavano le foci deltizie dei fiumi per alimentare i commerci con le città dell'interno, come Padova ed Altino, risalendo fino ad esse, oppure sostando sui litorali per trasbordare le merci su barche più leggere.
Nella storia del territorio veneziano, com ein quella di tutte le zone costiere dove le acque salate marine e le acque dolci fluviali si incontrano nei meandri delle plastiche terre alluvionali, si deve supporre che le due categorie di imbarcazioni, a fondo piatto e a carena, siano stat epresenti insieme negli stessi luoghi a formare un ciclo indispensabile.
Con ogni probabilità, per molto tempo, le popolazioni venete gestivano soltanto la prima fase del ciclo, costruendo e possedendo esclusivamente le barche piatte, inadatte al mare aperto, mentre le navi per lungo e medio cabotaggio, appartenevano ad altri.
Forse le navi a carena tonda, come le corbitae romane, che verranno poi dette buzi o semplicemente naviis continuarono a giungere nel territorio veneto, proveniendo dalle coste dalmate o dell'Italia centro-meridionale o dalla Grecia, durante la dominazione romana e anche durante le invasioni degli Ostrogoti che determinarono il crollo dell'impero romano d'occidente.
NdR. Io la penso in maniera un po' diversa, se considero la realtà di Altino, una vera e propria Venezia ante litteram, mi pare probabile la presenza di una flotta veneta mercantile che poteva commerciare direttamente la grande produzione industriale e tessile della Terraferma.
fonte L'Arsenale di Venezia, Giorgio Bellavitis
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