LA GIUSTIZIA VENETA E L'AUTODETERMINAZIONE NEGATA
Di Matteo Mion
Sono avvocato e per formazione professionale ho ferma convinzione che il fondamento primo di un'aggregazione di persone sia la Giustizia.
Il Diritto è civiltà. E' capacità di stare insieme nella Libertà. Se nel nostro pianeta ci fossero tre soli abitanti, costoro dovrebbero comunque darsi delle regole di coesistenza che rappresentano lo ius naturale insito nell'animo di ognuno di noi.
Senza Diritto non c'è economia, finanza, politica e nemmeno famiglia (...) Il diritto vivente è il primo mattone di ogni cosa, e il primo diritto di ogni Nazione è l'autodeterminazione internazionalmente riconosciuta e sancita dall'Onu.
Al Veneto l'autodeterminazione è stata negata due volte: con il plebiscito "burletta"del 1866 e con la reiezione delle richieste indipendentiste di questi tempi. Voglio che il Lettore comprenda che la crisi di questi anni è prima di tutto crisi di Giustizia cui consegue il mancato rispetto dei cittadini. E' venuto meno il principio del primo diritto: la certezza.
Con essa è crollato lo stato costituzionale italiano nel suo fondamentale primo. Così, se fossi il Governatore dello Stato veneto ripristinerei subito una legge della Serenissima del 1376: "Qualsiasi delitto o scandalo commesso da un Nobile (leggasi politico eletto o grand commis dello stato NdR)
sarà doppiamente punito.
Nell'antica Venezia i Nobili, intesi soprattutto nell'eccezione di persone dal grado culturale e di conoscenza delle leggi più elevata, dovevano dare l'esempio: maggiore era il loro grado e più pesante la sanzione.
Segnale primo e inconfutabile di una repubblica che dominava i mari ripudiando scorciatoie, marchette ed ammiccamenti, selezionando una classe dirigente pulita, capace e fiera del Leone marciano.
A Venezia la legge e i tribunali erano veramente uguali per tutti. Guai al Magistrato che ricevesse la visita di una delle parti o ascoltasse una raccomandazione.
Guai all'Avvocato che rifiutasse la difesa di un povero: Venezia organizzò l'assistenza giudiziaria (patrocinio gratuito) cinque secoli prima della Francia.
Gli ingiusti siano puniti, e il seme degli empi perirà |
Il Diritto è civiltà. E' capacità di stare insieme nella Libertà. Se nel nostro pianeta ci fossero tre soli abitanti, costoro dovrebbero comunque darsi delle regole di coesistenza che rappresentano lo ius naturale insito nell'animo di ognuno di noi.
Senza Diritto non c'è economia, finanza, politica e nemmeno famiglia (...) Il diritto vivente è il primo mattone di ogni cosa, e il primo diritto di ogni Nazione è l'autodeterminazione internazionalmente riconosciuta e sancita dall'Onu.
Al Veneto l'autodeterminazione è stata negata due volte: con il plebiscito "burletta"del 1866 e con la reiezione delle richieste indipendentiste di questi tempi. Voglio che il Lettore comprenda che la crisi di questi anni è prima di tutto crisi di Giustizia cui consegue il mancato rispetto dei cittadini. E' venuto meno il principio del primo diritto: la certezza.
Con essa è crollato lo stato costituzionale italiano nel suo fondamentale primo. Così, se fossi il Governatore dello Stato veneto ripristinerei subito una legge della Serenissima del 1376: "Qualsiasi delitto o scandalo commesso da un Nobile (leggasi politico eletto o grand commis dello stato NdR)
sarà doppiamente punito.
Nell'antica Venezia i Nobili, intesi soprattutto nell'eccezione di persone dal grado culturale e di conoscenza delle leggi più elevata, dovevano dare l'esempio: maggiore era il loro grado e più pesante la sanzione.
Segnale primo e inconfutabile di una repubblica che dominava i mari ripudiando scorciatoie, marchette ed ammiccamenti, selezionando una classe dirigente pulita, capace e fiera del Leone marciano.
A Venezia la legge e i tribunali erano veramente uguali per tutti. Guai al Magistrato che ricevesse la visita di una delle parti o ascoltasse una raccomandazione.
Guai all'Avvocato che rifiutasse la difesa di un povero: Venezia organizzò l'assistenza giudiziaria (patrocinio gratuito) cinque secoli prima della Francia.
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