L'IDENTITA' VENETA NEGATA, LA NOSTRA STORIA MESSA IN SOFFITTA
E' un processo lento, difficile, quello avviato, basato sulla ripresa della nostra identità storica, quindi un lavoro culturale. Dal 1797 in poi è una identità negata. Messa in sordina dagli austriaci, cancellata dagli italiani con una protervia tale, che oggi a uno di loro sembra bizzarro, persino, che un Veneto si consideri prima di tutto Veneto, parte di una nazione a sé stante. Solo ora, cominciano, a denti stretti, ad ammettere che, si... forse qualche cosa c'è.. in fatto di storia e tradizione.
Salvo poi a dire che tutto, da Marco Polo, a Giorgione... è frutto dell'inventiva e dell'ingegno italiota. Anche se pittori di grande fama si firmavano con l'appellativo 'veneto' aggiunto al nome proprio. Mi raccontava l'amico Giorgio Burin... di una turista emiliana, a Bassano, estasiata davanti al ponte del Palladio, pronta a sottolineare come questa fosse un'altra prova della grandezza dell'Italia... rimanere senza parole quando lui le precisò che prima di tutto, era prova della grandezza dell'arte e della storia veneta.
Eh... non si rassegnano proprio a vederci come 'foresti', Lo diventiamo solo quando osiamo protestare per la dilapidazione delle nostre ricchezze, per la negazione della nostra identità, lingua, cultura, da parte di uno stato che non ci merita. Allora diventiamo "leghisti" ignoranti, "contadini" analfabeti, (detto pubblicamente da una certa De Girolamo, che abbiamo mantenuto come ministra nullafacente), non degni della grande cultura italiana attuale (di cui la De Girolamo fa parte, evidentemente).
Ma lasciateci perdere, no? se vi facciamo schifo, tutto sommato, lasciateci perdere... bravi e ingegnosi come siete, ve la caverete da soli, anche senza le tasse che ci estorcete 'manu armata' da sempre.
Salvo poi a dire che tutto, da Marco Polo, a Giorgione... è frutto dell'inventiva e dell'ingegno italiota. Anche se pittori di grande fama si firmavano con l'appellativo 'veneto' aggiunto al nome proprio. Mi raccontava l'amico Giorgio Burin... di una turista emiliana, a Bassano, estasiata davanti al ponte del Palladio, pronta a sottolineare come questa fosse un'altra prova della grandezza dell'Italia... rimanere senza parole quando lui le precisò che prima di tutto, era prova della grandezza dell'arte e della storia veneta.
Eh... non si rassegnano proprio a vederci come 'foresti', Lo diventiamo solo quando osiamo protestare per la dilapidazione delle nostre ricchezze, per la negazione della nostra identità, lingua, cultura, da parte di uno stato che non ci merita. Allora diventiamo "leghisti" ignoranti, "contadini" analfabeti, (detto pubblicamente da una certa De Girolamo, che abbiamo mantenuto come ministra nullafacente), non degni della grande cultura italiana attuale (di cui la De Girolamo fa parte, evidentemente).
Ma lasciateci perdere, no? se vi facciamo schifo, tutto sommato, lasciateci perdere... bravi e ingegnosi come siete, ve la caverete da soli, anche senza le tasse che ci estorcete 'manu armata' da sempre.
Ci hanno anche rinfacciato i 5 miliardi di euro che son serviti per il salvataggio delle due banche venete, "curate" da gente che però era la referente del sistema italico e non girava certo col gonfalone in mano. Ignorando di quanto ammonta la rapina del bottino italiano perpetrata ogni anno contro i Veneti inermi, sui 20 miliardi (20 MILIARDI) gli euro che spariscono nella voragine italiota.
Vi pregheremmo quindi di lasciarci nel nostro angolino, che anche i Romani veri rispettarono, che ce la caveremmo da Dio da soli, fidando in San Marco e nelle capacità del nostro popolo.
Lasciateci andare, o almeno, dateci un po' di autonomia che ci permetta di contare sulle nostre risorse: converrebbe alla fine, anche a voi.
Uccidere la vacca da mungere non pare sia la cosa più intelligente.
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