I "TIRANTI" DI BURCI E BURCHIELLI
TIRANTI SULLA BRENTA anni '50 |
Il traino era spesso molto difficoltoso, specie in presenza di fiumi dalla corrente impetuosa. Assai più agevole, invece, in zone più calme, come il corso del Brenta verso la foce. Ancora più facile è trainare una barca quando l'acqua è pressoché ferma. Il Naviglio fu tra i primi corsi d'acqua al mondo ad essere dotato di chiuse, che permettevano di superare agevolmente i dislivelli e di richiedere un traino abbastanza leggero anche per barche ingombranti. In genere, a partire dal cinquecento, troviamo che burci e burchielli sono trainati da un solo cavallo. In qualche caso, specie in discesa, basta un uomo.
In Riviera del Brenta il lavoro dei tiranti è documentato da tempi assai lontani: la prima menzione si ha ai tempi di Teodorico, nella famosa lettera che Cassiodoro invia ai tribuni marittimi delle terre che poi saranno quelle di Venezia. Più tardi troviamo documenti letterari e soprattutto iconografici. Doveva trattarsi di un'attività di un certo peso economico se nel Cinquecento esisteva faglie (associazioni professionali) di tiranti almeno nella zona di Mira.
Fra coloro che parlano dei tiranti, troviamo Ruzante. Si tratta di una testimonianza interessante, che mostra come questo lavoro fosse intrecciato con quello dei contadini, specie dei più poveri fra essi. Infatti, un personaggio ruzantiano, Bilora, prototipo del contadino povero, ricorda che va a tirare barche; si presume, nel suo caso, senza farsi aiutare da nessun animale.
Nel Settecento, la presenza dei tiranti era una costante del paesaggio brentano. I due maggiori illustratori della Riviera, Gian Francesco Costa e Vincenzo Coronelli, trascurano raramente di inserire nelle loro vedute qualche barca trainata da un cavallo, guidato da un tirante. Intorno a questo mondo, ci sono molte infrastrutture portuali, le poste per il cambio dei cavalli, le chiuse, le palàde, palizzate utili a imbrigliare il fiume o a costruire barriere dove si doveva, per esempio, pagare il dazio.
Soprattutto, l'attenzione degli artisti è attratta dal burchiello, la barca di linea che collegava Venezia e Padova, frequentata da tantissime persone, nella quale si potevano trovare i viaggiatori più diversi: nobili e popolani, ricchi e poveri, ecclesiastici e avventurieri. Avventure sul burchiello vengono ricordate, fra gli altri, da Carlo Goldoni e Giacomo Casanova, così come da moltissimi viaggiatori stranieri.
http://www.paliodelruzante.org/i_tiranti.htm
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