1917: QUANDO SENZA POLENTA I VENETI MORIVANO DI FAME
L'ANNO DELLA FAME IN VENETO E IN FRIULI RACCONTATO DA UNA TESTIMONE.
31 ottobre 1917. A Valdobbiadene, nelle Prealpi trevigiane Caterina Arrigoni comincia a raccontare l'invasione e l'occupazione alla cognata Pierina Barcelloni Conte. Dovrebbe essere una corrispondenza giornaliera, ma la chiusura degli uffici postali e la conseguente impossibilità di inviare lettere trasforma i suoi scritti in un diario:
Quando senza polenta si moriva di fame ora integralmente pubblicato da edizioni DBS.
Il volume è un vero e proprio unicum per l'ampiezza del racconto, la lucida precisione dei dettagli, il garbo e la sensibilità con cui sono descriti i fatti, l'eleganza dello stile.
Caratteristiche in linea con la personalità dell'autrice, donna di grande cultura...Caterina, oltre a descrivere i fatti, offre chiavi di lettura per la loro interpretazione.
Il suo racconto si muove lungo la pedemontana partendo da Valdobbiadene, paese in cui è nata nel 1882, e dove vive con la famiglia. In seguito alla rotta del fronte a Caporetto, mentre molti fuggono, Caterina, il padre notaio e la sorella, decidono, coraggiosamente, di restare.
Il 4 dicembr e1917 in paese giunge l'ordino di sgombero, e gli Arrigoni sono costretti a loro volta, a lasciarlo. Su un camion, con altri profughi, partono a loro volta verso Vittorio Veneto dove sperano di potersi rifugiare presso parenti a Serravallle, o presso Castelgomberto. Sono invece costretti a fermarsi presso dei parenti a Cuzzuolo, in piena campagna.
Nonostante la posizione periferica a Caterina sfugge ben poco di quel che accade a Vittorio: la fame, le violenze, le angosce dei profughi, la crudeltà ottusa degli occupanti, le lacerazioni tra la stessa popolazione civile ospitante....
I due curatori, Luca Nardi e Giancarlo Follador hanno voluto corredare il testo con alcuni scatti d'epoca che documentano quanto scritto da Caterina, a rischio della sua vita, la quale osserva: Certe volte mi dico: sono imprudente a tenere questo diario. Se me lo trovano, mi internano! Quante volte fui sul punto di bruciarlo, ma è per me così dolce trattenermi con te e, se sopravvivrò, penso che mi sarà caro conservare le impressioni di questi lunghi mesi. Se un cataglisma dovesse sconvolgerci tutti, forse solo questi fogli, trovati a caso magari tra qualche anno, diranno a te e ai fratelli quanto vi amiamo, e quanto abbiamo sofferto.
per il libro euro 11,5 info@edizionidbs.it
http://www.edizionidbs.it/shop/grande-guerra/senza-polenta-si-moriva-fame-diario-caterina-arrigoni/
31 ottobre 1917. A Valdobbiadene, nelle Prealpi trevigiane Caterina Arrigoni comincia a raccontare l'invasione e l'occupazione alla cognata Pierina Barcelloni Conte. Dovrebbe essere una corrispondenza giornaliera, ma la chiusura degli uffici postali e la conseguente impossibilità di inviare lettere trasforma i suoi scritti in un diario:
Quando senza polenta si moriva di fame ora integralmente pubblicato da edizioni DBS.
Il volume è un vero e proprio unicum per l'ampiezza del racconto, la lucida precisione dei dettagli, il garbo e la sensibilità con cui sono descriti i fatti, l'eleganza dello stile.
Caratteristiche in linea con la personalità dell'autrice, donna di grande cultura...Caterina, oltre a descrivere i fatti, offre chiavi di lettura per la loro interpretazione.
Il suo racconto si muove lungo la pedemontana partendo da Valdobbiadene, paese in cui è nata nel 1882, e dove vive con la famiglia. In seguito alla rotta del fronte a Caporetto, mentre molti fuggono, Caterina, il padre notaio e la sorella, decidono, coraggiosamente, di restare.
Il 4 dicembr e1917 in paese giunge l'ordino di sgombero, e gli Arrigoni sono costretti a loro volta, a lasciarlo. Su un camion, con altri profughi, partono a loro volta verso Vittorio Veneto dove sperano di potersi rifugiare presso parenti a Serravallle, o presso Castelgomberto. Sono invece costretti a fermarsi presso dei parenti a Cuzzuolo, in piena campagna.
Nonostante la posizione periferica a Caterina sfugge ben poco di quel che accade a Vittorio: la fame, le violenze, le angosce dei profughi, la crudeltà ottusa degli occupanti, le lacerazioni tra la stessa popolazione civile ospitante....
I due curatori, Luca Nardi e Giancarlo Follador hanno voluto corredare il testo con alcuni scatti d'epoca che documentano quanto scritto da Caterina, a rischio della sua vita, la quale osserva: Certe volte mi dico: sono imprudente a tenere questo diario. Se me lo trovano, mi internano! Quante volte fui sul punto di bruciarlo, ma è per me così dolce trattenermi con te e, se sopravvivrò, penso che mi sarà caro conservare le impressioni di questi lunghi mesi. Se un cataglisma dovesse sconvolgerci tutti, forse solo questi fogli, trovati a caso magari tra qualche anno, diranno a te e ai fratelli quanto vi amiamo, e quanto abbiamo sofferto.
per il libro euro 11,5 info@edizionidbs.it
http://www.edizionidbs.it/shop/grande-guerra/senza-polenta-si-moriva-fame-diario-caterina-arrigoni/
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