LA CHIESA CATTOLICA E L'AUTODETERMINAZIONE DEI POPOLI
In un accorato appello alla pace, l'otto settembre 1914, il papa di allora, a nome Benedetto XV, accennò in maniera chiara e inequivocabile, al diritto di autodeterminazione dei popoli.
Essendo quello veneto indubbiamente un popolo, o meglio una Nazione, considerata come tale fin dall'antichità, almeno fino all'epoca dell'impero austroungarico, ne deriva che, anche in base alla dottrina della chiesa cattolica, le sue aspirazioni a una maggiore autonomia, o anche ritorno all'indipendenza, sono del tutto legittime.
Questo bisognerebbe spiegarlo al clero veneto in particolare, che vede come il fumo negli occhi, il nostro gonfalone all'interno della chiesa in occasione di ricorrenze religiose. Ecco il riassunto dell'intervento rivolto al mondo, del papa di allora.
L'8 settembre del 1914, al suo primo discorso pubblico, Papa Benedetto XV esordì con una richiesta di pace a tutti i popoli europei, suggerendo, come alterativa alle armi, la soluzione negoziale. Gli appelli del Papa alla pace continuarono fino al termine del 1915, quando era ormai caduta ogni speranza di riconciliazione ed anche l'Italia era ormai nel vortice della guerra. Un richiamo alla pacificazione venne reiterato il 10 novembre del 1915 con l'enciclica “ad beatissimi”; si trattava di un lavoro intellettuale più articolato e più penetrante dal punto di vista morale: si condannava l'egoismo umano, il materialismo, la mancanza di amore tra l'uomo e si dipingeva una società barbara e spietata. La soluzione a tutto questo male era racchiusa in un ritorno ai principi cristiani; ciò si sarebbe potuto realizzare se la Chiesa fosse stata libera di operare nel mondo.
Era chiaro il richiamo ad un pieno riconoscimento politico dello Stato Vaticano. Seguirono, nei mesi successivi, due altri appelli in favore della pace, anch'essi però caduti nel vuoto: la tregua di Natale e la preghiera di pace del 10 gennaio 1915. Il 28 luglio, Papa Benedetto XV, in una esortazione apostolica, tentò un ultimo disperato appello alla pace.
Fin qui nulla di nuovo se non fosse per il fatto che nella presentazione del testo si faceva per la prima volta riferimento a dei principi nuovi per la comunità internazionale: i diritti e le aspirazioni dei popoli, l'equilibrio del mondo e la sicurezza internazionale. Il tema era particolarmente sentito negli ambienti Vaticani, soprattutto ora che l'Italia aveva deciso da che parte stare....
Nel messaggio alle nazioni vengono anticipati alcuni princìpi ripresi poco più tardi da Wilson nei famosi 14 punti. Seppur con un principio motivazionale diverso, il Pontefice si fa precursore di princìpi che diverranno pilastri del diritto internazionale: l'autodeterminazione dei popoli, la libertà dei mari, il disarmo e l'arbitrato internazionale. Nel documento, il Papa chiarisce che il principio di nazionalità va inteso nel senso di libera volontà dei popoli e non invece come semplice ritaglio territoriale su base etnica; perciò proponeva di organizzare un tavolo di trattative che sancissero un ritorno alla situazione pre guerra, senza vinti e vincitori, di decidere sul destino dei popoli europei per mezzo di un arbitrato internazionale e di iniziare un programma di reciproco disarmo delle nazioni per evitare ulteriori guerre future.http://www.lagrandeguerra.net/ggdiplomaziabenedettoxv.html
Essendo quello veneto indubbiamente un popolo, o meglio una Nazione, considerata come tale fin dall'antichità, almeno fino all'epoca dell'impero austroungarico, ne deriva che, anche in base alla dottrina della chiesa cattolica, le sue aspirazioni a una maggiore autonomia, o anche ritorno all'indipendenza, sono del tutto legittime.
Questo bisognerebbe spiegarlo al clero veneto in particolare, che vede come il fumo negli occhi, il nostro gonfalone all'interno della chiesa in occasione di ricorrenze religiose. Ecco il riassunto dell'intervento rivolto al mondo, del papa di allora.
L'8 settembre del 1914, al suo primo discorso pubblico, Papa Benedetto XV esordì con una richiesta di pace a tutti i popoli europei, suggerendo, come alterativa alle armi, la soluzione negoziale. Gli appelli del Papa alla pace continuarono fino al termine del 1915, quando era ormai caduta ogni speranza di riconciliazione ed anche l'Italia era ormai nel vortice della guerra. Un richiamo alla pacificazione venne reiterato il 10 novembre del 1915 con l'enciclica “ad beatissimi”; si trattava di un lavoro intellettuale più articolato e più penetrante dal punto di vista morale: si condannava l'egoismo umano, il materialismo, la mancanza di amore tra l'uomo e si dipingeva una società barbara e spietata. La soluzione a tutto questo male era racchiusa in un ritorno ai principi cristiani; ciò si sarebbe potuto realizzare se la Chiesa fosse stata libera di operare nel mondo.
Era chiaro il richiamo ad un pieno riconoscimento politico dello Stato Vaticano. Seguirono, nei mesi successivi, due altri appelli in favore della pace, anch'essi però caduti nel vuoto: la tregua di Natale e la preghiera di pace del 10 gennaio 1915. Il 28 luglio, Papa Benedetto XV, in una esortazione apostolica, tentò un ultimo disperato appello alla pace.
Fin qui nulla di nuovo se non fosse per il fatto che nella presentazione del testo si faceva per la prima volta riferimento a dei principi nuovi per la comunità internazionale: i diritti e le aspirazioni dei popoli, l'equilibrio del mondo e la sicurezza internazionale. Il tema era particolarmente sentito negli ambienti Vaticani, soprattutto ora che l'Italia aveva deciso da che parte stare....
Nel messaggio alle nazioni vengono anticipati alcuni princìpi ripresi poco più tardi da Wilson nei famosi 14 punti. Seppur con un principio motivazionale diverso, il Pontefice si fa precursore di princìpi che diverranno pilastri del diritto internazionale: l'autodeterminazione dei popoli, la libertà dei mari, il disarmo e l'arbitrato internazionale. Nel documento, il Papa chiarisce che il principio di nazionalità va inteso nel senso di libera volontà dei popoli e non invece come semplice ritaglio territoriale su base etnica; perciò proponeva di organizzare un tavolo di trattative che sancissero un ritorno alla situazione pre guerra, senza vinti e vincitori, di decidere sul destino dei popoli europei per mezzo di un arbitrato internazionale e di iniziare un programma di reciproco disarmo delle nazioni per evitare ulteriori guerre future.http://www.lagrandeguerra.net/ggdiplomaziabenedettoxv.html
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