L'INVETTIVA DI FOGLIATA E LA DISTRUZIONE DELLA CIVITA' VENETA

Straordinario intervento di Renzo Fogliata che punta il dito contro la Francia napoleonica che spezzò una civiltà, quella veneta, in piena fioritura civile ed intellettuale. A mio parere, come scrivo spesso, vi era una crisi istituzionale che la nobiltà veneta stessa riconosceva (i novatori) parte della quale sentiva di non rappresentare adeguatamente i tempi moderni e le nuove forze protagoniste della vita dello stato veneto. Ma quanto accadde ad opera di Napoleone, fu una  distruzione, una aggressione senza possibilità di scelta e di riforma, un vero e proprio "staticidio" contrario ad ogni regola di diritto internazionale, oggi come allora. Come Fogliata stesso, quale "avogador de Comun" dimostrò ampiamente nell'indimenticabile "processo a Napoleone" nel 2002. 


RENZO FOGLIATA12 maggio 1797




Come scrissero Fernand Braudel, Frederic Lane, Leopold Von Ranke, Lucio Balestrieri (in uno scritto geniale sulla civiltà economica e finanziaria della Veneta Repubblica) lo Stato Veneto in quella data non collassò per cause interne, come piace all'autoreferenziale ed allineata storiografia nostrana, ma fu "spezzato" (Braudel) dall'esterno. Quell'"esterno" fu la perversione della Francia Rivoluzionaria, che aveva già prodotto i mostri agghiaccianti di un'inutile, immenso, spargimento di sangue e di una bestiale sete di distruzione in Francia. Il genocidio in Vandea basterebbe per relegare nel pozzo degli orrori l'intera Rivoluzione. Lì si sperimentarono tutte le mostruosità messe poi in opera da Adolf Hitler: si scuoiarono vive le persone usandone la pelle per confezionare calzoni di soldati; si cossero 150 donne per ricavarne il grasso; si tentò persino lo sterminio con primordiali gassificazioni (vedi gli incontroversi studi di Reynald Secher, "Vandea. Dal genocidio al memoricidio"). L'esportazione di questo letamaio, che pretese di insegnare la civiltà al mondo usurpando l'intero illuminismo europeo, da noi ha il volto di un giovane generale (Bonaparte) che si era distinto a Parigi per aver sparato sulla folla con i cannoni a mitraglia ("ne abbiamo abbattuti a file intere", dirà l'Infame della strage di civili).



Basta sfogliare il saggio di Balestrieri (veneziano, uomo di sinistra) per comprendere l'immensa perdita che fu l'abbattimento della Repubblica di San Marco. Eppure oggi il PD si straccia le vesti per la rievocazione dei 220 anni. Lo reputo scandaloso e oltraggioso nei confronti di tutti i Veneti. Alcuni di questi memoricidi "de noantri" sbeffeggiano il lungo tempo trascorso; e sono proprio coloro che ci hanno fatto spendere un sacco di denaro per fatti, spesso modesti, di oltre 150 anni or sono. Altri, come Azzalin, invocano, come un fumogeno, "l'inchiesta per sovversione aperta per l'assalto a San Marco". In qualità di avvocato difensore di alcuni imputati in quel processo, vorrei ricordare al signor Azzalin, che pare ignorare elementari principi di civiltà giuridica, che per il delitto di associazione eversiva gli imputati furono definitivamente assolti dopo 12 anni di processo. Anche questi sono principi di quella Costituzione-feticcio che costoro brandiscono ormai come una carta di ceppi e divieti, anziché come un modello di libertà e democrazia. Un'altra occasione perduta per comprendere, studiare, o, se proprio impossibile, almeno tacere.

Commenti

  1. mi piace ... voglio documentarmi quindi ...ben venga ogni informazione di Fogliata

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