I "CAMPAGNOLI" ERAN DETTI "LONGOBARDI".


 Ma poi... tornarono  ad esser Veneti.




Frederic C. Lane ci racconta nella sua “Storia di Venezia” che una delle prime magistrature di cui si ha notizia storica fu quella chiamata “Visdomini Longobardorum”, e questo ufficio doveva sovrintendere ai diritti doganali dei veneti dell’entroterra. Ma che all’epoca, si chiamavano, e continueranno ad esser chiamati così fino a tutto il 1400, “lon(go)bardi”, in quanto antichi sudditi dei duchi longobardi. Anche se poi le città di terraferma divennero liberi comuni, e poi signorie, esse per i veneziani, erano città “lombarde”. 



Ci volle la guerra di Cambrai, e la lotta partigiana delle popolazioni contadine a favore di San Marco, perché le terre venete tornassero all’antico nome di Venetia. Insomma, se siamo ritornati ad esser Veneti, come i nostri antichi progenitori dell’età del bronzo, lo dobbiamo anche al sangue versato per “Marco” dai nostri avi e a Venezia che ricompose l’antica X Regio.
Se il Dogado era limitato alla gronda lagunare, tuttavia i traffici con l’entroterra erano notevoli. Venezia era priva di boschi, il legno era indispensabile per le sue navi, aveva sale e pesce da scambiare. E poi anche materiali preziosi esotici (spezie, stoffe pregiate) provenienti da Bisanzio. Erano quindi delle economie complementari, quelle della terraferma e di Venezia, che si integrarono naturalmente. 



I “Lombardi” portavano le loro cose da vendere e si stanziarono come residenti nella città, ma non poterono però partecipare al traffico marittimo che rimase cosa veneziana. L’esportazione del legname verso oriente, divenne una delle principali fonti di guadagno delle città. Anche la comunità cadorina, dopo la sua aggregazione (Eaumus ad bonos venetos, scrissero nella dedizione) esportò il suo legname nella Capitale. 

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