GUIDO BERGAMO, IL REPUBBLICANO CHE VOLEVA L'AUTONOMIA DA ROMA
Tra i grandi Veneti, poco conosciuto persino tra i suoi conterranei attuali. Sorpresa: la sinistra del primo 900 si batte per l'autonomia e ipotizza persino la secessione, di fronte alla sordità di uno stato accentratore che ignora i disastri e le rovine della nostra terra, in ginocchio dopo la Grande Guerra.
Guido Bergamo raccoglie il grido di dolore di un Triveneto dimenticato e abbandonato.
Guido Bergamo e i veneti degli anni '20, dimenticati tra le macerie di una guerra, l'unità appare un nonsenso.
All'epoca della presa del campanile, l'intelighenzia sinistrorsa veneta indice addirittura un convegno ove si tende a dimostrare la sprovvedutezza dei "Serenissimi", nati in una terra, la bassa padana, incline alla rivolta fine sè stessa, e l'inadeguatezza culturale di chi vorrebbe appellarsi a una repubblica di Venezia oligarchica e distante dal popolo (il solito cliché di chi conosce la storia di Venezia attraverso la presentazione di personaggi come il Daru o i risorgimentalisti) .
Io invece, proprio dal libro "Tra le macerie e miserie di una regione dimenticata" di Bruno Pederoda, trovo perle meravigliose come l'atteggiamento dei repubblicani veneti verso l'autonomia regionale. Gente tosta di sinistra, eh... come i Guido Bergamo, onorevole di Treviso; ecco cosa scriveva la Riscossa a proposito della Ricostruzione della nostra terra martoriata. Già dal titolo si intuisce il resto che segue: "L'unità d'Italia è un non senso" 15 maggio 1920. Vi potrà essere chi teme per l'unità d'Italia? Crediamo di no. Altra cosa è l'unità morale, il concetto nazionale, altra è l'unità amministrativa. Quella è un principio immortale, questa un non senso".
Nel frattempo c'era chi ci trattava da insopportabili scocciatori, con le nostre richieste, come il grande giornalista Luigi Albertini, espressione dell'estabishment il quale sosteneva dal Corriere della Sera che il Veneto aveva avuto anche troppo come rimpborsi per i danni di guerra. "Veneti, il governo ride delle vostre sventure" rispondeva "la Riscossa" e anche nel '22 in un articolo, titolato "Un'offesa immeritata ai veneti danneggiati" si puntava l'indice sul parassitismo " Se si deve dire la verità tutta intera e senza peli sulla lingua, turbe di avvoltoi sono qui calate da ogni parte d'Italia a derubare il governo e anche i veneti sempre ingenui e remissivi".
E ancora, ne "il compito dei veneti", La Riscossa, 20 settembre 1922: Veneti ! L'ala di San Marco vigila ancora sui vostri destini ! Le vostre piaghe non saranno sanate che svincolandovi dal nefasto centralismo romano ! "
Parole più che mai attuali. Il problema veneto, lungi dall'essere risolto, cresce sempre più.
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