LE GRANDI OPERE PUBBLICHE DEI VENETI: I MURAZZI

Senza sprechi, senza ritardi, senza ladri. E dopo aver fatto prove di durata con esperimenti e collaudi.

Pellestrina e i murazzi a sua difesa

Il 24 aprile 1744 si iniziano i "murazzi" di Pellestrina, ovvero i muraglioni di protezione del litorale lagunare in sostituzione delle precedenti "palade", sbarramenti o palafitte  riempite di sassi la cui durata fu assai breve. Sono divisi in tre parti, la prima al Lido, la seconda a Pellestrina, la terza a Sottomarina.

Pellestrina


L'opera si concluderà nel 1782, avrà una lunghezza di circa 5000 metri al Lido, e 4027 a Pellestrina, per difendere Venezia dal mare, e 1200 a Ghigia minor (oggi Sottomarina) in difesa di Chioggia.  E' composta di grossi massi di piera d'Istriae calce pozzolana. Consiste in colossali mura e bastioni in difesa di Venezia, dallo spessore di circa 14 metri e dall'altezza di 4,50 metri sul livello medio del mare.


 L'ideatore dell'opera pare sia stato padre Vincenzo Maria Coronelli nel 1716, ma la tecnica di realizzazione si deve a Bernardo Zendrini, il grande ingegnere idraulico, che in un viaggio compiuto in Toscana, nel 1735, aveva potuto esaminare dei lavori in pozzolana, materiale di origine vulcanica, che unito alla calce, era resistente anche se immerso in acqua.

LE PROVE

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murazzo a Sottomarina
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Dopo un primo esperimento nel 1738 a Malamocco, si era costruito un molo a Pellestrina: il costo dell'opera era risultato essere pari a quello con le vecchie "palade" che spesso eran distrutte dalle onde ancor prima di esser terminate. In aggiunta il manufatto era risultato essere in ottime condizioni dopo una invernata col mare nelle condizioni peggiori.
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Stanti i risultati, si era così approvato nel 1740 il nuovo metodo, con l'ordine di estenderlo gradualmente ai punti di maggior bisogno. Nascono i murazzi e la Repubblica fisserà in 80 pertiche  (160 metri) la lunghezza del tratto dei murazzi da completare annualmente.
 
Sottomarina, resti dei murazzi

Danneggiati dalle mareggiate del 1825 e del 4 novembre 1966 quando il loro cedimento sarà una delle causa della rovinosa acqua alta che sommergerà Venezia, sono stati integrati con una sorte di pennelli frangiflutti il cui scopo è favorire la formazione di bassifondi e di tratti di spiaggia.

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