GLI OCCHIALI? INVENTATI A VENEZIA, NATURALMENTE. Primati veneti.


Leggete questa bella ricerca della nostra Nobil Dona Simonetta Dondi dell'Orologio. Aggiungo solo una cosa: che la zona del bellunese, grazie alla presenza di grandi allevamenti di bovini, fornì ben presto anche le prime montature per le lenti, e ancora oggi la presenza della Luxottica conferma quella antichissima tradizione del made in Veneto.

Le invenzioni nascono sempre  da una grande necessità: nel caso degli occhiali sicuramente la prima che è nata è stata la lente d'ingrandimento e  prima di tutti ad averne necessità, sono stati i monaci scrivani  per ottenere così maggiori capacità visive nell'elaborare le, ogni volta maggiori, esigenze di nuovi codici miniati.
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I laboratori vetrari di Murano a Venezia, che godono ancora oggi di fama in tutto il mondo, possono rivendicare – e a ragione quindi – di essere igli inventori degli occhiali.
Nel XIII secolo, erano gli unici che avevano la capacità di fabbricare l’assolutamente essenziale vetro plasmabile.

Le prime caratteristiche di qualità furono definite poco tempo dopo. Questi occhiali, chiamati supporti di lettura, avevano una lente a base convessa. Il bordo era fatto di ferro, corno o legno.

A quel tempo era disponibile solo un’unica tipologia. In generale, i primi occhiali furono usati esclusivamente come supporti visivi per consentire agli individui presbiti di leggere.

I primi documenti sicuramente veri e ancora esistenti intorno a questa invenzione sono localizzabili in Veneto, a partire dal dipinto del cardinale Ugone di Provenza eseguito da Tommaso da Modena nel 1352.

Già dal 1100 la Serenissima, cogliendo l'importanza di mantenere segreta l'arte della produzione del vetro, confinò le fornaci sull'isola di Murano con la scusa della pericolosità di queste nell'ambito di una città costruita prevalentemente con il legname del Cadore e della Carnia, e pertanto vietava espressamente ogni fonte di traffico a forestieri e veneziani sia interna che esterna.

Si evidenzia perciò che la produzione di lenti a Venezia era oramai fortemente presente.

Nei Capitolari delle Arti Veneziane del 1284 si distinguono gli occhiali (roidi da og-li) dalle lenti d'ingrandimento (lapides ad legendum), e si prevedono pene per chi fabbrica senza licenza occhiali in vetro: significa che l'arte di costruirli non è recente, poiché solo un'arte consolidata è remunerativa in maniera tale da giustificare una contraffazione.

È probabile che qualche cristalliere spinto dal basso prezzo del vetro e dalla maggior facilità di lavorazione commerciasse questo spacciandolo per cristallo.

Particolarmente importante per la nostra ricostruzione risulta il Capitolare del 2 aprile 1300, dove al capitolo XL vengono indicati una serie di oggetti tra i quali figurano le lenti d'ingrandimento e per la prima volta le lenti per occhiali (roidi de botacelis et da ogli e lapides ad legendum). Faranno seguito un nuovo capitolare nel 1301 e successivi fino al 1330, passando dal latino al volgare e assumendo la dizione: rodoli de vero per og-li per lezer.

Il 23 febbraio del 1305 si registra una predica presso la chiesa di Santa Maria Novella in Firenze (consultabile nei codici Riccardiani, Ashburnhamiano e Palatino), in cui il domenicano beato, Giordano da Pisa o Rivalto comunica al popolo che: non è ancora venti anni che si trovò l'arte di fare gli occhiali che fanno vedere bene, ch'è una delle migliori arti e delle più necessarie che 'l mondo abbia, ed è così poco che si trovò: arte novella che mai non fu... io vidi colui, che prima le trovò, e fece e favellaigli.

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