Quando se andava a dormir coea munega

Quando si andava a letto con il prete o con la munega.

Quando non c'era il riscalmanento centralizzato, ecco come i nostri nonni scaldavano il letto prima di andare a dormire
Io sono cresciuto, come quasi tutti quelli della mia generazione, in una casa in cui l'impianto di riscaldamento consisteva in una stufa di terracotta a tre ripiani, ricordo che era una Becchi, ed era posizionata nel corridoio tra la zona notte e la zona giorno. Solo i signorotti si potevano permettere la stufa in camera da letto ma per operai e contadini era già un lusso avere la cucina economica al posto del camino in pianura o del larin in zone montane.
In cucina si faceva da mangiare con la cucina economica che contribuiva a scaldare quella porzione di casa dove in pratica si viveva. Entrambe andavano a legna e per il loro funzionamento c'era un rituale quotidiano che doveva essere rispettato da chi era di turno
La gestione del fuoco era "una materia" che si imparava da piccoli, dalla pulizia delle ceneri al fare la scorta di legna, dall'accensione con le fassine alla scelta della legna per mantenere vivo il fuoco, fino al caricare la caldaia un po' alla volta senza "ingolfar la stua", altrimenti el fogo moriva, bisognava far un fogo dolse.
Se si era bravi e le condizioni economiche lo permettevano si caricava la stufa prima di andare a letto, per poter trovare al mattino le bronse pronte per riattivarlo in pochi minuti.


Esempi di stufe in terracotta Becchi a più ripiani, da 2 a 3, oltre la caldaia alla base

Esempi di modelli dal catalogo della "Ditta Eredi di Pietro Becchi" degli anni '40: la stufa monolitica in cotto d'argilla a cassettoni, poi chiamati ripiani, inventata da Pietro Becchi di Forlì tra il 1858 ed il 1860

Cos'era il prete o la munega? Perché si chiamava così?
Le origini del “prete nel letto” sono tutt’ora sconosciute.
Il benessere dato da questo oggetto che si toglieva prima di andare a dormire era incredibile: la cenere e le braci asciugavano e toglievano dal letto tutta l’umidità riscaldando la zona sotto le coperte in maniera unica e prolungata.


La munega era conosciuta nel Veneto-Pianura Padana, mentre il prete lo si trovava scendendo al Sud nelle regioni che erano state sotto lo Stato Pontificio, dalla Romagna alle Marche, dove invece “la monaca” era solo lo scaldino di ferro o rame che conteneva le braci con la cenere.
Nelle camere da letto, che di solito erano fredde tanto da trovare al mattino i vetri con il ghiaccio, si usava scaldare il letto con il prete o la munega (monaca).
Ricordo la dolce sensazione che dava il letto caldo anche quando la stanza era ghiacciata e fuori imperversava il vento o la pioggia o nevicava. 
Sinceramente questa storia dell'infanzia della mia generazione, delle monache e dei preti infilati nei letti  per scaldarci un po', mi generava sempre allegria per due motivi. Primo scaldava togliendo l'umidità alle lenzuola e alle coperte o alla còlzara de pene;  secondo non c'era mai una risposta da parte dei miei genitori che soddisfasse la mia curiosità di ragazzino.



Commenti

  1. grazie, una ventata di gioventu', grazie per aver rinnovato ricordi sempre presenti nel mio cuore

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