IL CARNEVALE VENEZIANO, MARTEDI' E GIOVEDI' GRASSO

Di Giovanni Distefano



Come è nato il Carnevale di Venezia? Se ne parlò nei documenti ufficiali nel 1296, anno in cui il martedì grasso è DICHIARATO FESTIVO dal Senato. Si sa poi che nel 1162 si era cominciato a festeggiare anche il giovedì grasso, che iniziava la prima domenica di ottobre, si interrompeva per l'Avvento e il Natale, rincominciava a Santo Stefano. 
Periodo caratterizzato da trasgressione, licenza e lusso, ma anche turbolento per cui la Repubblica impone una vigilanza continua, e addirittura negli ultimi giorni della festa concede di portare armi bianche per difendersi "da insani o obriachi" o da "animali indomiti" scorazzanti in città. 
Il Giovedì Grasso, detto anche giovedì della caccia o del "berlignaccio" alla toscana, sembra il culmine dei festeggiamenti. 


E' festa del governo, si celebra la vittoria del Doge sul patriarca di Aquileia Ulrico, e i suoi feudatari carinziani e friulani, che lo hanno aiutato nel 1162, ed hanno avuto salva la vita e la libertà ma in cambio devono inviare ogni anno a Venezia un toro (in realtà, un bue) e 12 porci, che vengono liberati in piazza ed inseguiti da cani e uomini (Giovedì de la cazza) e poi decapitati da giovinetti armati di spada mentre il Doge e la Signoria assistono da Palazzo dogal. 
Ancor aun'altra versione dice che sul finire del 15mo secolo i tori diventano tre e i porci restano 12 e tutti sono immolati e 'giustiziati' in piazzetta San Marco. 


Nel 1550 l'organizzazione del Carnevale viene affidata al Savio Cassier che si avvale di un impresario per l'allestimento e festa si articola in 5 elementi precisi:
i foghi d'artifizio CHE SIMBOLEGGIANO LA GUERRA;
le Forze d'Ercole, per ricordare la destrezza dei veneziani nell'espugnare Aquileia e i castelli dei feudatari friulani;
il ballo della Moresca, che ricordava i corpo a corpo;
il taglio della testa al toro, a ricordare la giustizia implacabile. 
el svolo de a colomba simbolo di pace. 

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