DAL DIVIETO DI PARLAR SLAVO ALLO SCALPELLO SUI LEONI

Il Leone di Traù prima della distruzione

GLI INGIUSTI SIANO PUNITI E IL SEME DEGLI EMPI PERIRA! (1) Ruggiva l'elegante Leone di Traù, fino a quando nel 1936 una squadraccia di nazionalisti slavi non lo prese a martellate, di notte, infliggendo una ferita terribile alla Storia condivisa con noi "veneziani" nei secoli passati. Ma come si era arrivati a questo?
Dapprima, nell'Ottocento, fu l'Austria stessa a soffiare sul fuoco del nazionalismo slavo, in modo da scoraggiare qualsiasi idea di rivalsa unitaria e di indipendenza tra la popolazione venetofona (seguendo il vecchio motto divide et impera), ora vista non più come "veneziana" ma "italiana", quindi antagonista degli slavi, iniziando in pratica a incoraggiarne l'esodo. Ma la rovina totale fu la politica dell'Italia unita che autonominandosi "erede" della Venezia ormai sepolta, ne tradiva invece lo spirito e la tradizione multiculturale, del tutto opposta ai nazionalismi ottocenteschi per cui uno stato era composto da una Nazione ossia da un solo popolo con una sola tradizione, una sola lingua. Una bestemmia per gli antichi Padri veneti, che non si sognarono mai di imporre una lingua unitaria nei vari dominii di Terraferma  e di Mare.


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Era normale per i governanti di allora tenere le sedute del gran Consiglio in lingua veneziana, redigere gli atti ufficiali per la Terraferma in lingua toscana, comprensibile quindi a tutte le piccole Patrie della Terraferma, e per la Dalmazia e la Grecia, usare "l'illirico" (slavo,serbo, albanese) o il greco.
Ricordo spesso una direttiva del ""Savio alla Scrittura" (il Ministro della Difesa di allora) che invitava gli schiavoni oltremarini ad usare per l'uniforme il proprio cappello nazionale, il "beretòn" che gli storici ben conoscono, esaltandone così la loro tradizione e peculiarità, e non il tricorno in stile italiano.
Invece con il comportamento ostile dell'Italia   nel '900 nei confronti degli slavi, accade l'immane disastro rappresentato dal manifesto qui sopra riprodotto: il Leone fu usato come pretesto per occupare militarmente terre che "italiane" non lo erano mai state, essendo un mosaico di lingue, tradizioni e religioni diverse. E si cercò con la violenza anche fisica di cancellare ogni sembianza di multiculturalismo, come invece  era nella tradizione antica di quelle terre. Stimolando così la rabbiosa reazione dei nazionalisti slavi, che si sfogarono ANCHE  sui poveri Leoni, visti ora come simbolo italiano perché l'italia li aveva arbitrariamente usati come tali. 
Nel nostro piccolo, noi tentiamo invece  di far conoscere ed evidenziare  per chi ci segue, (sia egli Veneto, sia di origine Lombardo Veneta, o Frilulano o e di etnia slavofona) la vera storia che ci accumunò per secoli in un saldo abbraccio, sotto l'ombra del "Leon", cari fradei (brate) dalmatini veneti e non veneti. 

NOTE

(1)La frase è un versetto dei Salmi e contiene una terribile profezia, che la Serenissima aveva voluto esibire pubblicamente e farne persino il metro della propria attività giudiziaria.
Guardiamo l’originaria formulazione biblica:
“…quia Dominus amat iudicium et non derelinquet sanctos suos in aeternum conservabuntur iniusti punientur et semen impiorum peribit. ”
“Perché il Signore ama la giustizia e non abbandona i suoi servi, che sempre da lui saranno salvati”(gli ingiusti siano puniti, il seme degli Empi perirà). ” da un intervento di E. Rubini

Commenti

  1. WSM tre iniziali che significavano, significano, significheranno per sempre: Giustizia Saggezza Carità
    VIVA SAN MARCO ❤️❤️❤️

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