L'ULTIMO EROE, ANGELO EMO E IL MISTERO SULLA MORTE


Angelo Emo fu certamente un grande condottiero, l'ultimo che ebbe anche la fortuna di morire senza dover assistere alla fine della Patria veneta e della libertà dei suoi popoli. Di ritorno dalla gloriosa impresa di Tunisi, dove si inventò un nuovo modo per piegare il "bey" (comandante delle difese barbaresche) , attraverso piattaforme galleggianti piene di mortai, egli spirò; ma qualche studioso vede nella sua dipartita un giallo...
Riporto quanto scrive Francesco Paolo Favaloro, persona di cui ho apprezzato le ricerche, ma che in questo caso non mi trova d'accordo:

"L'ultima figura di spicco della storia militare veneziana è certamente l'Ammiraglio Angelo Emo al quale è legata l'impresa del bombardamento delle coste africane come ritorsione per i continui attacchi dei Barbareschi alla flotta mercantile veneziana.
Angelo Emo era anche un ottimo tecnico e seppe comprendere lo stato di arretratezza  della flotta veneta rispetto ai nuovi sviluppi conseguenti alle rotte atlantiche. Queste sue osservazioni e solleciti lo aveva messo in contrasto con il Senato, il quale lo aveva utilizzato fino a quando non poteva farne a meno, ma continuando a contrastare con ogni mezzo le sue idee. 
Escluso nelle trattative con i Barbareschi, per evitare che l'irruenza del suo carattere potesse danneggiare l'approccio morbido del Senato, Angelo Emo morì  Malta il 1° marzo 1792, ufficialmente per un attacco di bile, ma probabilmente venne avvelenato, per evitare che potesse contestare le decisioni degli Ambasciatori."


Questo, in sunto, quanto scriveva Favaloro, ma io lo ritengo improbabile, un fatto del genere... in un'epoca in cui persino la pena di morte per i criminali era stata di fatto abolita, l'aristocrazia veneziana non avrebbe potuto macchiarsi di un crimine così orrendo, verso un Eroe a cui del resto venivano riconosciute capacità e meriti grandissimi. 
Non si era più all'epoca del veleno e degli strangolamenti in carcere a cui qualche volta nel Medio Evo e fino al Rinascimento si era ricorsi. 
Dicerie del genere nascono dalla voglia di voler mettere in cattiva luce la grande storia di Venezia e qualcuno continua ad alimentarne ancor oggi "la leggenda nera" , dipingendola come una città che era governata da una oligarchia crudele, quasi a giustificarne la sua fine. Queste teorie, in mancanza di prove, lasciamole ai discendenti dello storico francese Daru che doveva giustificare l'Attila dei Veneti, cioè Napoleone. 
La storia si scrive con i documenti, non con le illazioni. 

Cit. da "L'esercito veneziano del '700. Ricerche e schizzi" Edito da Filippi Venezia 


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