LE ORIGINI DEL CARNEVALE. A VENEZIA ERA GRANDIOSO.

Gianni Cecchinato

Carnevale, il mondo alla rovescia.
La follia, il rovesciamento dell’ordine, la soppressione delle gerarchie, l’assoluta mancanza di regole, rappresentano gli elementi che da sempre sono alla base dell’idea stessa del carnevale.
La maschera durante il carnevale costituisce ancor oggi il modo più efficace per celare l’identità, ma anche per cambiare ruoli e ritmi quotidiani. 
In ambiti locali, legati alla tradizione, è una festa che conserva quella magia e quegli aspetti trasgressivi che tanti viaggiatori d’Oltralpe apprezzarono e descrissero nei loro diari di viaggio nei secoli scorsi.
Il carnevale a Venezia iniziava nei primi giorni di ottobre, con l’apertura dei teatri, si interrompeva nel periodo di Natale e proseguiva fino alla Quaresima. 
Il costume di carnevale a Venezia è fatto da Bauta, Tricorno e Mantella (tabarro) di seta o di lana.

Vanno ricercate nei festeggiamenti con cui il popolo della Serenissima Repubblica celebrava nel passato la vittoria sui popoli sconfitti.
Ricchezza e abbondanza segnarono per Venezia un'era di consumismo 'antesignano', e la prosperità doveva trasparire anche da un Carnevale ricercato nei fasti, simbolo di gente smaniosa di ogni tipo di divertimento.
Lentamente nel tempo i festeggiamenti guerreschi lasciarono spazio alle licenziosità e ai sollazzi di ogni tipo, riprendendo la tradizione dei Baccanali dell'antica Roma. Così nasceva il vero e proprio Carnevale, quello che a Venezia ebbe il picco massimo nel '700, in concomitanza con il declino della Serenissima Repubblica.

LE ORIGINI DEL CARNEVALE E DELLE MASCHERE
Il Carnevale nasce come festa religiosa, manifestazione popolare che segnava l'uscita dal lungo inverno (o dal buio delle tenebre) e gli schiamazzi, le tresche e i lazzi servivano a ridestare la luce delle divinità solari.
Infatti, il personaggio Carnevale messo a morte pubblicamente dopo un breve periodo di piaceri di ogni genere, non andrebbe identificato con l'antico re dei Saturnali che cercava il riscatto dalle privazioni?
L'uso della maschera, dopo essere passata dalla Grecia a Roma, si limita alle cerimonie e al teatro per poi, nel medioevo, diffondersi tra il popolo al punto che le autorità ecclesiastiche dovettero prendere duri provvedimenti sull'abuso che aveva prodotto scandali, intrighi e delitti.

>> Periodi ed origini sulla nascita delle maschere.
Fino al XVI° secolo compreso, tutte le maschere sono figlie della Commedia dell'Arte e quando inizia la sua parabola discendente (1700 circa) diventano le maschere caratteristiche tipiche regionali.

1400: PANTALONE detto anche in origine il Magnifico, anziano ricco mercante veneziano, avaro e brontolone spesso in competizione con i giovani nel tentativo di conquistare qualche giovane donna.
1500: ARLECCHINO e BRIGHELLA, entrambi di origine bergamasca con cittadinanza veneziana, antagonisti anche come servi lavorando presso famiglie della laguna. Brighella è intrigante, furbo, bugiardo e senza scrupoli. COLOMBINA, figura già presente nelle commedie di Plauto, è la servetta complice e sempre pronta a coprire la padrona (figlia di Pantalone) nei sotterfugi domestici e amorosi. PULCINELLA, con Tartaglia e Scaramuccia rappresentano la Campania. BALANZONE o dottor Balanzone [“Dutåur Balanzån”], è una maschera di origine bolognese ed appartiene alla schiera dei "vecchi" della commedia dell'arte, parla ed elargisce pareri di nessun valore infarciti da citazioni colte in latino maccheronico. BELTRAME, maschera di origine milanese ma poco nota fuori regione. ZANNI è la più antica maschera del servo creata dal teatro comico dell'antica Roma, da cui sono nati nel tempo molti altri personaggi (da Arlecchino a Brighella).
1700: GIANDUIA, non ha alcuna attinenza con la commedia dell’arte, anzi deriva dall'espressione piemontese 'Gioan d'la douja', che vuol dire Giovanni del boccale. RUGANTINO, impersona l'arroganza del romano tipico di borgata, in origine era un burattino dagli atteggiamenti del duro ma pavido nei fatti. MENEGHINO, personaggio del teatro popolare milanese, divenuto poi l'attuale maschera grazie alle commedie scritte da Carlo Maria Maggi (1630-1699), ritenuto il padre della letteratura milanese moderna. STENTERELLO, maschera fiorentina che ebbe molta fortuna in Toscana tra il '700 e l'800.


>>Il Carnevale più ricco di storia è senza dubbio quello veneziano, arrivato ai tempi nostri tra divieti, oblii, tentativi di rinascita e passando attraverso pure leggi particolari.

1268 - Vietato ai mascherati giocare con le uova.
1339 - Le maschere non possono girare di notte.
1458 - Agli uomini è vietato mascherarsi da donna e da buffoni.
1459 - Il privato non può fare fuochi d'artificio. Spettacoli e fuochi d'artificio sono gestiti dagli Ufficiali delle 'Razon vecchie' nella Piazzetta di San Marco e finanziati dalla Serenissima.
1571 - in commemorazione della battaglia di Lepanto, la domenica di Carnevale, venne allestita una sfilata di carri allegorici: la FEDE troneggiava col piede sopra un drago incatenato ed era seguita dalle VIRTÙ teologali, la VITTORIA sovrastava i vinti ed infine la MORTE con la falce in mano per ricordare che in quella vittoria anche lei aveva trionfato.
1585 - Vietato portare armi.
1606 - Vietato entrare mascherati nelle chiese.
1664 - Giovani patrizi, invitati alle nozze in casa Cornaro, organizzarono una sfarzosa sfilata mascherati da persiani per le calli di Venezia facendo tappa in due dei più famosi monasteri della città: quello di San Lorenzo e quello di San Zaccaria, dove risiedevano le monache di nobile stirpe.
1679 - Il Duca di Mantova sfilò con un seguito di indiani, neri, turchi e tartari che, lungo il percorso, sfidarono e combatterono con sei mostri, dopo averli uccisi si aprirono le danze coinvolgendo il popolo.
1703 - Proibite in tutto l'anno nelle case da gioco.
1718 - Proibizione in tempo di Quaresima.
1792 - Apre il Gran Teatro La Fenice e lancia il ballo mascherato “La Cavalchina”, dapprima riservata alla nobiltà, per poi diventare il centro del Carnevale veneziano.
1797 - Napoleone sospende il Carnevale.
1816 - Il Governo austriaco abolisce le maschere.
1866 - Annessione di Venezia al Regno d'Italia, viene creata la “società dei Carnevale” con il compito di far rivivere in chiave patriottica le feste di Carnevale ma la società fallì nonostante i vari progetti.
1868 - Le "cacce ai tori", sotto ogni forma, vengono definitivamente proibite. Oggi rivive nella riedizione fatta da figuranti.
1899 - L'artista Mariano Fortuny assieme al Principe Fritz Hohenloe tentano di riavviarlo ai fasti settecenteschi, purtroppo l'iniziativa non ebbe seguito negli anni successivi.
1980 - E' l'anno della rinascita: Comune di Venezia, Teatro La Fenice, Azienda Provinciale di Soggiorno e la Biennale organizzano 11 giorni di trasgressione per riproporre il Carnevale in laguna

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