IMPRESSIONANTE: NEL 1923 LA SCUOLA VENETA, UGUALE AD OGGI


Ho molti contatti e amici anche al sud, ma è gente che condividerà con me anche questa analisi piuttosto "cruda" sul rapporto tra "clientela meridionale" e stato italiano. Uno dei ceppi giganteschi che impediscono il riscatto di quelle terre. Qui il mio amato Bruno Pederoda, mostra come anche nel Veneto in quei lontani anni, gran parte degli insegnanti fosse di origine meridionale, avendo scavalcato nel punteggio farlocco i giovani "polentoni" che il diploma e lo erano proprio sudato.

"All'imponente ingresso della borghesia meridionale nei quadri dell'amministrazione pubblica (ma anche della magistratura e dell'esercito), si andava accompagnando fin dall'inizio degli anni '20, una vistosa immissione nelle scuole elementari del Settentrione, di maestri venuti dal Sud. 
la nostra analisi parte dalla denuncia apparsa su una delle riviste scolastiche più prestigiose  'I Diritti della Scuola' - che svela e spiega il modo con cui in Sicilia si approda all'abilitazione magistrale.

"Sembra che laggiù le licenze magistrali, specie quelle rilasciate ai militari, vengano vendute ad una tariffa oscillante tra le 600 e le 1.000 lire a seconda della votazione, per modo che barbieri, calzolai, giovanotti che in altri tempi avrebbero emigrato per fare i contadini, gli spazzini e i lustrascarpe, si trovarono improvvisamente maestri elementari, senza aver avuto mai niete in comune con la pedagogia, anzi in uno stato di compassionevole semianalfabetismo (...) Si calcola che il numero delle licenze concesse ad ex militari, che prima della guerra non avevano mai avuto a che vedere col magistero, s'aggiri intorno alle 10mila." cit. IL GAZZETTINO, 11 FEB. 1923.

Ma a chi rifilarli questi diplomati senza arte né parte? Naturalmente al nord, che con l'occasionale spostamento di masse dovuto alla guerra aveva avuto modo di essere conosciuto come abitato dagli individui più creduloni del mondo.


Se prima negli uffici pubblici un impiegato meridionale era riconosciuto come una mosca bianca, un maestro elementare era addirittura inconcepibile. Dopo la guerra invece non solo negli uffici pubblici ma anche nei privati i meridionali sono entrati ovunque tronfi di titoli di titoli dal primo all'ultimo, ma con una voglia di lavorare assai discutibile. 


E nelle scuole elementari? Non solo in città, ma anche in campagna e nelle prime classi si trovavano maestre e maestri della Sicilia... intanto migliaia e migliaia di insegnanti del Veneto che con mille sacrifici avevano conseguito il meritato diploma, restavano in attesa del loro turno scavalcati da colleghi meridionali. (...) E qui si ripete la denuncia dei certificati medici compiacenti, destinati a proliferare sopratutto prima  e dopo le vacanze e costituiscono " una caratteristica di prim'ordine importataci dai nuovi elementi". Sempre nel Gazzettino del 1923! ndR.

 Come scrisse Sciascia, un grande Siciliano, "la linea delle palme si spostava inesorabilmente dal Sud sempre più a Nord", con le conseguenze che vediamo oggi dopo più 150 anni di unità mal riuscita  e con un costante livellamento verso il basso. 

cit. pagg 235-236 di "TRA MACERIE E MISERIE DI UNA REGIONE DIMENTICATA" di Bruno Pederoda, ex preside di scuola. Ed Piazza. 

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