ANCUO' DE ZIOBA PARLEMO DEL SIOR RIOBA

OGGI DI GIOVEDI' PARLIAMO DEL SIOR RIOBA.. Gioco di parole in veneziano per parlarvi di una bella leggenda che tutti nella Capitale dei Veneti, conoscono. 
Si tratta di una statua privata del naso sostituito da un pezzo modellato in ferro che si accompagna ad altre due statue. Erano tre fratelli che costruirono gli edifici intorno alle statue.


Il Sior Antonio Rioba (Signor Antonio Rioba) o Toni Rioba o solo Rioba, è una statua situata a Venezia, in Campo dei Mori, in Parrocchia della Madonna dell'Orto e nel sestiere di Cannaregio.

Secondo una cronaca il vicino Palazzo Mastelli del Cammello (così detto per un cammello sulla sua facciata) e altri edifici che si affacciano sul campo vennero costruiti dalla famiglia dei Mastelli, giunta a Venezia nel 1113 dalla Morea (la regione nota come Peloponneso), quindi definiti "Mori". La famiglia era formata da tre fratelli: Rioba, Sandi e Alfani, i quali commerciavano sete e spezie.


Secondo una tradizione tra gli affari praticati c'era anche la gestione di una banca, attraverso la quale  una signora veneziana molto religiosa investì i suoi risparmi pregando Santa Maria Maddalena di scagliare la sua maledizione sui tre mercanti se fosse stata truffata. Quindi la donna diede i soldi ai tre fratelli ma non li ebbe mai indietro e per miracoloso prodigio i Mastelli divennero tre statue di pietra, che furono messe in  Campo dei Mori a monito per quanti li vedevano.

Una veneziana "Congrega degli Arguti"


A Roma esisteva un tempo la commedia degli arguti, una serie di sei statue a cui i burloni appendevano bigliettini e foglietti satirici. A Venezia esistevano questi "Oracoli" che scrivevano poemetti satirici. A Venezia oltre che Antonio Rioba esistevano altre due statue del genere: Maroco de le pipone (Marocco dei Meloni) un venditore di meloni (questa statua è in Piazzetta San Marco), e al Gobo de Rialto, a San Giacometto, sul quale piedistallo i banditori leggevano le sentenze capitali. In quanto per legge nel Veneto era proibito fare satira esagerata, molti buontemponi scrivevano poemetti e storielle contro la nobiltà (che era l'unica a detenere il potere) e affiggevano i propri foglietti firmandosi coi nomi delle statue, nei pressi delle stesse. I fidi amici che abitavano vicino avrebbero riscosso i foglietti e avrebbero provveduto a diffondere le storielle. In molti poi scrivevano vera e propria posta alle tre statue e ricevevano anche le risposte.

Lo scherzo dei facchini


Molti veneziani amavano prendersi gioco degli ignari facchini della Valtellina sempre irascibili per il lavoro stressante. Quindi inviavano spesso pacchi voluminosi, o grandi quantità di lettere al "Sig. Antonio Rioba, Campo dei Mori, Parochia de la Madona de l'Orto, Sestier de Canaregio, Venezia". Quando poi qualcuno informava i facchini della verità, essi andavano in tutte le furie divertendo gli autori dello scherzo.

Il naso di Sior Rioba
Nell'Ottocento la statua perse il naso e questo gli fu rifatto con un pezzo di ferro improvvisato. Nacque la leggenda che sfregandolo si avrebbe avuto fortuna.


Lo sfregio
Nella notte tra il 30 aprile e il 1º maggio 2010 viene decapitato Sior Rioba. Si mobilitano le autorità, il sindaco Orsoni constata il danno, viene denunciato ai Carabinieri lo sfregio. Venezia è in subbuglio, nascono blog, siti internet, gruppi in Facebook e moltro altro ancora. I giornali vengono sommersi di posta dai veneziani preoccupati. I sommozzatori esplorano il canale attiguo. La testa viene ritrovata in Calle della Racchetta il 3 maggio e la statua venne restaurata.

fonti web 


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