EL FURLAN CHE ODIA EL DOMINIO VENEZIAN. DIVIDE ET IMPERA.

Udine veneziana

E' un classico: riprendo il post di un friulano doc, mi riferiscono, pieno di livore anti veneziano, che traspira ignoranza dei fatti storici impressionante, fino alla sparata finale per cui la venezianissima Udine, trasmetterebbe a chi la visita una impronta asburgica.

Ecco quanto scrive il simpaticone:

Luigi Zoppas 

il Friuli è il territorio delle Provincie di Pordenone Udine e Gorizia. Trieste NON è Friuli! 
Anche a Udine si vede Vienna e non Venezia.
Per quanto riguarda la Serenissima... ce la ricordiamo molto bene. Specie in provincia di Pordenone dove i Dogi  derubavano il territorio abbandonandolo a se stesso. Anche quando arrivarono i Turchi e Venezia difese solo una parte del Veneto. E poi non parliamo delle esose tasse veneziane...
D'altronde se in tutto il Friuli ( e in parte del Veneto) tutti hanno un buon ricordo dell Impero Austro Ungarico e quasi nessuno vuol sentir parlare della Serenissima, c'è un evidente e sincero motivo storico.

palazzo veneziano a Udine

Corbellerie (scrivo in italiano per rispetto a un "foresto" ma stavo per scrivere "monade" ) e questo sentimento rancoroso INGIUSTIFICATO è nato negli anni Cinquanta, quando in Friuli un professore comunista, amico di Pasolini, incominciò a predicare sui giornali locali mettendo i primi mattoni del movimento autonomista. Essendo marxista egli pensò bene di ammantarlo di una legittimità "socialista" in cui i poveri "furlani" erano gli sfruttati, da secoli, dai ricchi capitalisti veneziani. Zoppas dovrebbe ripassarsi il capitolo che riguarda la dedizione della "Patria del Friuli" a Venezia, accorsa lì perché chiamata dal partito filo veneziano, che era in contrapposizione con gli imperiali. Contrapposizione anche militare, con conseguente devastazione del territorio, fame della plebe, miseria.
Ebbene, Venezia mise fine a tutto questo, con grande gioia delle masse friulane: non mise fine al regime feudale, rispettosa delle autonomie locali, ma la "talassocrazia veneziana"  (aristocrazia formatasi col commercio marittimo) lo considerò sempre qualcosa di anacronistico, estraneo e non funzionale. 
C'è da spiegare all'amico Zoppas che il Friuli, tagliato fuori dalle grandi vie commerciali, a differenza dei liberi Comuni veneti, non aveva potuto sviluppare una casse mercantile che negli altri luoghi del Veneto e della Lombardia veneta,  aveva scalzato i feudatari. Quindi della relativa arretratezza di quelle terre, Venezia non fu certo la colpevole.
Anzi, quando dopo l'annessione si manifestarono le rivolte contadine (spacciate dal professore marxista per rivolte anti veneziane) contro lo strapotere dei feudatari locali, a Venezia si decise di aprire al Parlamento di Udine, la classe dei contado, il quale, per la prima volta, ebbe una rappresentanza. Grazie a San Marco. 

E una riconoscenza verso il paterno dominio veneziano, direi anzi un amore filiale, la si manifestò in maniera forte con delle rivolte spontanee del contado contro gli invasori francesi, al grido di "marco, Marco" come a Verona e con l'offerta della braccia "e delle vite loro" per la difesa del Principe   (il Doge) al momento dell'invasione dell'armata francese. Basterebbe cercare nell'archivio di stato a Venezia e leggere quanto scrisse ad esempio la comunità di Tarzo (sic), allora compresa nella Patria del Friuli, al governo veneziano. 

La morale della favola è che il motto DIVIDE ET IMPERA  mi pare sempre attuale, per cui il triveneto è visto da tutti come un unica macro regione, tranne che per qualche friulano.
E la fortezza di Palma Nova è lì a testimoniare lo sforzo dei veneti uniti contro il Turco. 

Ps. Se Zoppas non riesce a vedere l'impronta veneziana ad Udine, sarebbe bene che si recasse da un buon oculista.

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