DOGE PER UN ANNO, MONUMENTO PER L'ETERNITA'


Nella nostra Venezia,  una delle tante meraviglie artistiche è questo monumento funebre al doge che conserva la sua memoria per l'eternità, tanto colpisce per la sua eleganza barocca e bellezza. Ma c'è lo zampino del Longhena, eh! Lo troviamo nella basilica "ai Frari", uno scrigno che conserva queste sculture considerate come uno dei vertici dell'arte veneta. 

Colossale monumento barocco dedicato a Giovanni Pesaro, che fu doge dal 1658 al 1659, ed eretto nel 1669 su disegno di Baldassarre Longhena (1598-1682). Sopra ornatissimi piedistalli di marmo rosso e nero, scolpiti a teste di leone unite da festoni, si innalzano quattro giganteschi mori, con le braccia, i piedi nudi e le vesti logore, reggenti sulle spalle una trabeazione ornata a mètope e triglífi. Fra loro, come in nicchie, due neri scheletri presentano una lunga iscrizione incisa a lettere d’oro su marmo bianco. Sopra la trabeazione, quattro colonne di marmo nero sostengono un ricco baldacchino di marmi rossi imitanti un drappo a fasce di broccato. Sul trono sorretto da mostri, tra la Religione e il Valore, la Concordia e la Giustizia, è seduto il doge: bello e pieno di vita in atto d’arringare la folla. Ai suoi piedi, sopra l’architrave da sinistra, un genio tende l’arco, due donne presentano corone e un’altra legge su un libro. Nel secondo ordine di trabeazione, sei graziosi putti sorreggono l’architrave; al centro di essa due bimbi mostrano lo stemma dei Pesaro. Caratteristiche le iscrizioni: «Vixit Annos LXX (visse 70 anni) – Devixit Anno MDCLIX (morì nell’anno 1659) – Hic revixit Anno MDCLXIX (qui rivisse nell’anno 1669)».


Dettagli dell'Opera
Autore: Baldassarre Longhena, Bernardo Falcone da Lugano, Melchior Barthel,
Anno: 1669

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