CUORE VENETO, la scelta di restare.
Poche righe a volte valgono come un libro, se dentro è condensato il grande amore per la terra natale, la terra dei Veneti che ci accoglie da più di tremila anni. Claudia Bortot, veneta della valle del Piave "me ga fato inumidir i oci e tremar l'anema". Grazie cara, grazie per aver scelto di restare tra noi. So che non è stato facile.
CUORE VENETO
Vedo la mia terra con altri occhi, non so, percorro le stesse strade da anni,ma ora vedo cose che non avevo mai notato , è come se i miei sensi si fossero potenziati, gli odori, le immagini, sembrano più evidenti, accentuate, al punto che ,a volte, mi corre un brivido lungo la schiena.
La mia terra e la mia gente, tutta una contraddizione, ma è la mia terra, le mie radici. ..Le radici. ..
*.."Le radici sta per dove siamo nati e cresciuti. Quelle radici non le tagli. Quelle radici sono elastici con un capo legato al campanile e l'altro intorno la nostra vita. Più ti slontani più gli elastici si tira, finché diventa fini come corde di violino. Ma non si rompe. Quando è tirati al massimo passa il vento della memoria, e questi elastici ci manda suoni di ricordi. A sentirli pensi al paese e diventi debole. Molla le mani da dove ti tenevi ingrapato e gli elastici, con uno strappo, ti trascina casa.."*
Se penso che un anno fa ero in piena euforia per un cambio vita in un'altra terra. Andare in un posto nuovo, nuove cose da scoprire, nuove persone, nuove esperienze e stimoli.
Gli amici un po' mi invidiavano, alcuni però mi dissero: "Claudia, tu non riuscirai ad abbandonare la tua terra e la tua gente, vedrai, ci tieni troppo."
Sorridevo e pensavo tra me e me : "Ho fatto una vita di "adeguamenti "ad una infinità di situazioni, cosa vuoi che sia, sarà come tutte le altre volte! E poi. ..E poi c'è il "mio mare" che adoro ."
Dire che è stato un anno duro, non rende l'idea.
E niente, io non ce l'ho fatta, ci ho provato fino allo stremo delle forze, ma non ce l'ho fatta, gli elastici erano più forti e le mie mani troppo deboli. ..E così ho mollato la presa.
La mia terra è casa, quelle sensazioni, ora acuite, che sento solo qui, quegli odori che riconosco ad occhi chiusi, quel brivido che mi prende quando vedo il cartello con scritto "Veneto", è come l'abbraccio di mamma, quando cadevi in bici e ti sbucciavi un ginocchio, è rassicurante e caloroso.
E poi le immagini di questi territori, montagne, colline, laghi, pianure e mare, assieme a storia e tradizioni, un condensato di emozioni da togliere il fiato.
Io ho bisogno di questi odori, di questi paesaggi, della mia "strana gente",delle tradizioni, della mia parlata e...di quel caldo abbraccio di mamma che faceva dimenticare tutti i dolori.
Ne ho bisogno come l'aria che respiro, e se solo penso al dolore che devono aver provato coloro che se ne sono dovuti andare "forzatamente ",mi sale un misto di rabbia e commozione, ma che mi da la carica per continuare a lottare per la mia terra, per la nostra terra, per migliorarla, perché le radici non le tagli, ma le devi coltivare bene se vuoi che i suoi figli abbiano un futuro migliore.
Claudia Bortot.
Dedicata a tutti coloro che hanno dovuto lasciare questa nostra terra con il dolore nel cuore.
** dal libro IL CANTO DELLE MANERE di Mauro Corona . Pag.333
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