IL LEONE SCOPERTO IN UCRAINA, DA UN VENEZIANO D'OGGI
Di Dan Morel Danilovich
Mai avrei creduto di trovare un pezzo della mia Patria cosi lontano dalla mia Terra… ma è risaputo che noi Veneti dove si poteva commerciare sempre si metteva in uso un fondaco (magazzino per le merci) e dove arrivava un mercante da Venezia, subito la nostra Repubblica avviava il commercio e delle relazione diplomatiche, inviando in loco un ambasciatore, che si insediata in un palazzo degno a rappresentante la Serenissima, ovviamente dopo comunque aver posto sull’edificio che ci ripresentava il nostro San Marco in forma de leon.
La città, conosciuta da Veneti col nome di Leopoli (dal latino Leopolis), ha avuto tanti nomi quanti sono stati i suoi dominatori. In origine era Lev, dal nome del figlio del principe Danylo Halytshy, che fondò, nel 1222, la fortezza sulla sommità di una collina. La posizione strategica e la città fortificata permise al piccolo insediamento di allora di diventare subito un importante centro commerciale.
Le successive occupazioni, cominciando dai polacchi, portarono la città cambio a cambiare spesso il suo nome, per i polacchi era Lwow. Quindi, quando gli austriaci la incorporarono nel loro regno, la denominarono Lemberg, infine i russi la battezzarono L’vov. Ora la trovate sulle carte geografiche dell’Ucraina, una grande terra tutta da scoprire, col nome di L’viv.
Gli abitanti di Leopoli vanno orgogliosi della loro grande piazza del mercato (Ploscad Rynek), su cui si affacciano i più bei e antichi palazzi della città. Questi sono stati dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità. Tra questi 40 edifici, l’ambasciata della Serenissima del 1598. l’antico edificio, conosciuto ancora oggi col nome del suo antico e primo proprietario, Palazzo Massari.
Antonio Massari (Dalmata) altro non era che un ricco Mercante Veneziano, che nel 1610 venne insignito dal Bailo di Pera, quartiere veneziano a Costantinopoli, del titolo di ambasciatore al fine di tutelare gli interessi della nostra Repubblica. L’attività del Massari non si limitava al commercio di tessuti preziosi e molto rari, ma andava ben oltre, instaurando contatti culturali con l’università di Padova dove molti abitanti del luogo studiavano medicina e giurisprudenza. La ben fornita biblioteca di Leopoli ha tutt'oggi, tra i suoi volumi numerose opere, stampate e proveniente da Venezia, dove la libertà dell’arte tipografica permetteva al libero pensiero di dare alle stampe, sia in lingua toscana che latina, i libri più svariati e per gli argomenti più diversi.
Tornando all’ambasciata Veneta, troviamo sopra il portale, su una mensola in pietra, il Leone Marciano andante verso destra (cm 45x70), avente libro aperto in maniera anomala e riportante la data 1600. Il felino si presenta con muso accorciato, lingua al di fuori (il che fa pensare che sia proveniente dall’Istria o dalla Dalmazia), ali divergenti, coda svolazzante e poggia su terreno e su onde, stante a significare come ben sapete i possedimenti Veneti di Terra e di mare. Oggi l’Ambasciata Veneta è utilizzata ad uffici e il fondaco a birreria… mentre le nelle sue cantine è stato ricavato un Pub… che merita di essere visitato… dimenticavo si entra solo con la parola segreta “Slava Ukraina”.
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